
I fari della giustizia sono stati puntati oggi sulla strage di Altavilla Milicia. Nell’aula bunker del tribunale di Palermo è iniziato il processo per i tre imputati adulti: Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Intanto, al tribunale dei minori, è stata pronunciata la sentenza per la figlia di Barreca, che era minorenne all’epoca dei fatti: la giovane, che ha sempre ammesso i fatti, è stata condannata a 12 anni e 8 mesi per le accuse di triplice omicidio e occultamento di cadavere. I carabinieri, quando vennero chiamati da Barreca, la trovarono che dormiva, chiusa a chiave nella sua stanza.
L’11 febbraio 2024 Barreca contattò le forze dell’ordine, svelando l’orrore: nella villetta di Altavilla in cui viveva con la famiglia, erano stati uccisi la moglie Antonella Salamone e i due figli, Kevin Barreca di 16 anni ed Emanuel Barreca di 5 anni. In base alla ricostruzione degli inquirenti, Antonella e i figli sarebbero stati uccisi durante una sorta di esorcismo, un rito per scacciare i demoni. Chi ha avuto un ruolo nella strage e le eventuali responsabilità saranno decise in questo processo. “Da questo processo mi aspetto solo giustizia”, ha detto prima dell'inizio dell'udienza la mamma di Antonella Salamone, che nella strage ha perso la figlia e due nipotini.
Il punto più importante ha riguardato l’imputabilità di Barreca, che era stato riconosciuto mentalmente infermo, tanto che prima del processo era stato alcuni mesi in una Rems. “C'è una perizia - ha ribadito il suo legale Giancarlo Barracato - che ha dichiarato il mio cliente infermo di mente”. C’è stato un braccio di ferro tra ala procura di Termini Imerese, titolare delle indagini, e il gip che ha disposto la perizia per Barreca: tuttavia per questo primo grado di giudizio la corte ha respinto l’istanza di dichiarazione di non doversi procedere per infermità mentale presentata dal legale dell'imputato.
Per quanto riguarda Fina, il suo avvocato Franco Critelli ha parlato di “ruolo passivo”, affermando che la sua assistita sarebbe “una persona incastrata che era andata lì per portare pace e si è trovata davanti a un femminicidio a cui lei non ha partecipato né moralmente né materialmente”. Tuttavia la corte ha dichiarato infondata la richiesta di nullità del decreto di rinvio a giudizio per indeterminatezza delle accuse avanzata da Critelli per Fina. Per quest’ultima e per Carandente è stato chiesto il rito abbreviato, anche questo escluso.
Come atteso, Fina ha reso dichiarazioni spontanee: “Non ho mai ucciso nessuno, né ho mai avuto alcun istinto omicidiario, amo i bambini,
gli animali e i disabili. Sono fiera di essere cresciuta nella mia famiglia, ho subìto violenza da piccola, mi hanno lanciato addosso un piatto di pasta con i tenerumi bollente e sono miracolata, a detta dei medici”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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