Caso Saman: sull'estradizione di Shabbar decideranno i pakistani

Saranno i pakistani a decidere sull'estradizione di Shabbar, accusato dell'omicidio della figlia Saman Abbas. Intanto si ritiene che l'uomo abbia mentito sulla moglie

Caso Saman: sull'estradizione di Shabbar decideranno i pakistani

C’è una prima certezza nell’arresto del padre di Saman Abbas: saranno i federali pakistani a decidere sulla sua estradizione. Come ha riportato l’Ansa, un funzionario del ministro dell’Interno del Pakistan ha rivelato all’agenzia che l’estradizione di Shabbar Abbas sarà gestita dall’Agenzia Investigativa Federale (Fia), come da prassi in questi casi. Il funzionario ha confermato tra l’altro: “Solo Shabbar Abbas è stato arrestato mentre sua moglie è ancora latitante”.

Cosa accadrà ora a Shabbar

Dopo l’udienza a porte chiuse di ieri mattina a Islamabad, Shabbar apparirà di nuovo di fronte ai giudici il 24 novembre per le controdeduzioni della difesa dell’uomo.

Shabbar è accusato per il sequestro, l’omicidio e l’occultamento del cadavere della figlia Saman, scomparsa da Novellara, dove gli Abbas vivevano e lavoravano, nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021.

Gli inquirenti italiani ritengono che la 18enne sia stata uccisa: un delitto d’onore, perché la giovane si opponeva al matrimonio forzato organizzato dalla sua famiglia. I rinviati a giudizio sono cinque: Shabbar e la moglie Nazia Shaheen, lo zio della giovane Danish Hasnain, ritenuto “il braccio” dell’omicidio, e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Questi ultimi tre sono in custodia in Italia.

Il mandato d'arresto di Shabbar compilato in urdu
Il mandato d'arresto di Shabbar compilato in urdu

Le accuse sono mosse dal fratellino di Saman, un minorenne che attualmente è in una comunità protetta, e che ha raccontato agli inquirenti di aver assistito a una riunione famigliare in cui si progettava il delitto d’onore. Inoltre sul capo di Shabbar, ritenuto invece “la mente” dell’omicidio, pesa anche un’intercettazione.

Dopo un mese che Shabbar e Nazia hanno lasciato l’Italia, il giorno dopo la scomparsa di Saman, per fare ritorno in Pakistan, l’uomo avrebbe detto al telefono con un parente: “Ho ucciso mia figlia”. Ascoltato dai carabinieri, lo stesso parente avrebbe confermato il contenuto della telefonata, aggiungendo queste presunte parole di Shabbar: “Io sono già morto, l'ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l'abbiamo uccisa”.

Dov’è Nazia?

Stando a quanto riferito da Shabbar, non creduto, alla polizia pakistana, Nazia si troverebbe in Europa, ma in questi giorni alcune fonti avrebbero riferito che la donna è nella casa dei propri genitori, sempre a Charanwala, paese d’origine degli Abbas.

Anche il procuratore capo di Reggio Emilia Gaetano Paci smentisce le parole di Shabbar: “La presenza della donna in Italia o nei Paesi dell'area Schengen non è stata minimamente documentata, quindi questa affermazione lascia il tempo che trova”.

Il corpo di Saman intanto ancora non si trova. In base alle ricostruzioni degli inquirenti potrebbe essere stato deprezzato e gettato nel Po. Paci ha aggiunto: “Confido che per il 10 febbraio, giorno di inizio della Corte d'Assise, tutti gli imputati siano presenti.

Il rinvenimento dei resti di Saman andrebbe a coronare un'azione investigativa tenace ed efficace”. E ha chiosato che potrebbe “dare una degna sepoltura a questa ragazza che ha avuto questo tragico destino”.

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