Sono mesi che Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, si trova in custodia cautelare. Su di lui solo un quadro indiziario, sul quale le tempistiche possono avere un certo peso, dato che si ritiene che la donna sia stata uccisa, in quel vano tecnico afferente ai garage del condominio di via del Ciclamino a Rimini in cui viveva, alle 22.17, ovvero quando le telecamere di sorveglianza hanno catturato il grido di una donna e poi un verso gutturale, forse del suo assassino.
Dassilva era in possesso di due smartphone - al momento sotto sequestro dagli inquirenti - uno con una scheda sim italiana, l’altro con la sim senegalese (probabilmente per risparmiare con il roaming durante le comunicazioni con i famigliari nel Paese d’origine). Su essi è stata eseguita una perizia incaricata dal giudice e un’altra da parte della difesa. Tanto che nelle scorse settimane la consulente Roberta Bruzzone aveva detto a Quarto Grado: “Probabilmente qualcosa di interessante potrebbe uscire” dai telefoni di Dassilva.
“I telefonini possono aggiungere o togliere alcune certezze che fino ad adesso abbiamo maturato sulle varie posizioni che ha assunto Louis nel periodo di interesse. Andiamo a vedere se la ricostruzione che viene svolta dalla procura è plausibile oppure se ci sono ipotesi alternative importanti che possono essere percorse”, ha spiegato alla trasmissione di Rete 4 legale di Louis Dassilva Riario Fabbri.
Ma cosa possono dire i device dell’indagato? Si sa che tra le 21.44 e le 22.38 del 3 ottobre 2023, momento dell’omicidio, sembra apparentemente non usare gli smartphone. Ma alle 22.16 si registra un evento di sistema, che potrebbe oppure no dipendere dall’utilizzatore. Se questo fosse un evento volontario, cadrebbe la possibilità che il transito di fronte alla Cam 3 alle 22.17 sia stato effettuato da Dassilva - va ricordato che gli inquirenti pensano che sia lui a essere inquadrato dalla telesorveglianza proprio a ridosso dell’omicidio, ipotesi che sarà oggetto di un incidente probatorio il prossimo 10 febbraio.
Inoltre l’app Salute presente su uno degli smartphone, dice esattamente quanti passi abbia compiuto Dassilva la sera del delitto, quando tra l’altro avrebbe avuto anche accesso a una piattaforma di social network. “Questo è veramente interessante per noi”, ha chiosato Fabbri.
E intanto Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli che avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale con Dassilva prima e dopo la morte della suocera, ha lanciato un’ipotesi suggestiva: “Io voglio sapere, lo voglio sapere il prima possibile chi ha ucciso mia suocera perché non viviamo più.
Io ho sempre detto questa cosa: possibile che Piera abbia visto qualcosa, fare del male a qualcuno, uno spaccio di droga, comunque qualcosa che non doveva vedere e che queste persone se ne sono accorte e le hanno fatto del male?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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