Non c'è pace per la 20enne stuprata da sette ragazzi al Foro Italico di Palermo la scorsa estate. Ieri sera la giovane si è ritrovata con un coltello puntato a pochi centimetri dal volto da un altro ragazzo che aveva denunciato per violenza sessuale. Questi, assieme alla madre, l'avrebbe costretta con la forza a seguirlo a casa sua minacciandola di morte se non avesse ritirato la denuncia. "Mi gridavano: ti ammazziamo, mentre mi picchiavano, dopo avermi trascinata a forza a casa loro", ha raccontato la ragazza al quotidiano La Repubblica.
L'incontro col presunto aguzzino
L'episodio si è verificato attorno alla mezzanotte di lunedì 1°aprile. La 20enne si trovava in piazza a Ballarò (Palermo) assieme al suo fidanzato, quando è stata avvicinata da un'auto. Al volante della vettura c'era S., un ragazzo di cui la giovane ha fatto il nome durante le deposizioni per gli abusi avvenuti al Foro Italico il 7 luglio 2023. In quella circostanza i carabinieri le avevano chiesto se ci fossero stati altri episodi analoghi e lei aveva ne aveva ricordato per l'appunto un altro. A quel punto la Procura di Palermo, come da prassi, ha proceduto d'ufficio nei confronti di S. con l'ipotesi di reato per violenza sessuale. A scanso di equivoci, bisogna chiarire che il ragazzo non è coinvolto nello stupro di gruppo della scorsa estate. Sta di fatto che anche lui, come i sette del "branco", ha chiesto alla vittima di ritirare la denuncia.
Il sequestro e le minacce di morte
Dalle parole ai fatti in una manciata di minuti. Tra il ragazzo e la 20enne c'è stato dapprima un botta e risposta a distanza, poi lui si è allontanato con l'auto. Dopo pochi minuti è tornato sul posto a piedi, armato di coltello e in compagnia della madre: hanno preso la giovane con la forza, costringendola ad andare con loro fino a casa. "L'ho vista mentre la trascinavano via, se la sono portata fino a casa mentre io avevo un coltello puntato alla gola. - ha raccontato il fidanzato, anche lui minacciato con la lama -Quando finalmente sono riuscito a liberarmi volevo dare l'allarme perché intervenissero le forze dell'ordine, ma ho avuto paura di peggiorare le cose. Anche le persone attorno a me mi hanno sconsigliato di farlo perché quel ragazzo era armato e poteva avventarsi su Asia".
La denuncia
Non appena è riuscito a liberarsi, il fidanzato della 20enne ha raggiunto il comando provinciale vicino al Teatro Massimo per denunciare l'accaduto. Poco dopo si sono presentati anche la vittima assieme al giovane indagato per violenza sessuale e sua madre. Lui li ha subito riconosciuti: "Appena li ho visti entrare ho subito detto che erano proprio loro le persone di cui stavo parlando", ha detto ai militari. I tre sono stati trattenuti in caserma per alcune ore.
La versione della vittima
"Mi gridavano: 'ci hai rovinato la vita', mentre mi picchiavano e mi dicevano che mi avrebbero uccisa", ha raccontato la 20enne ai carabinieri. Madre e figlio le avrebbero intimato di ritirare la denuncia, minacciandola di morte. La giovane ha tentato di spiegare loro che "la Procura ha proceduto d'ufficio" e, se anche lei avesse ritrattato, non sarebbe cambiato alcunché. Ciononostante i presunti aguzzini hanno deciso di presentarsi in caserma a Carini, forse ignari della sfilza di reati per cui ora rischiano di essere indagati: dalla minaccia aggravata al sequestro di persona.
L'avvocato della 20enne
La giovane ora è al sicuro. Alla luce di quanto accaduto è molto probabile che venga trasferita in una struttura protetta, lontano da capoluogo siciliano. "Quando ho saputo che la mi assistita è stata messa in sicurezza ho tirato un sospiro di sollievo. A Palermo è in una situazione di pericolo", ha commentato l'avvocato Carla Garofalo, che assiste la 20enne.
Per lo stupro di gruppo al Foro Italico, lo scorso 6 marzo è stato condannato a otto anni e otto mesi l'imputato più giovane del branco. Gli altri sei hanno chiesto il rito abbreviato. L'udienza preliminare si celebrerà il prossimo 19 aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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