Ad Altavilla Milicia chi ha conosciuto Giovanni Barreca conferma che è stato sempre dedito al lavoro, mai una parola fuori posto mai un atteggiamento che avrebbe potuto fare insospettire. Niente di niente. Una persona tranquilla, un insospettabile che parlava di Dio. Eppure qualcosa nella testa di Giovanni era scattata, da quando era rientrato nella sua Altavilla dopo l'esperienza fuori a Novara qualcosa non andava. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il legame tra Barreca e la coppia di amici che per una settimana ha vissuto e partecipato alle torture: i mistici fanatici palermitani, Sabrina Fina e Massimo Carandente, sono i responsabili del barbaro rituale. Per gli inquirenti dietro c'è l’ombra di una rete del fanatismo dietro i carnefici di Altavilla Milicia e le indagini proseguono anche scandagliando i social. Qui i racconti della figlia 17enne sono serviti per ricostruire quei giorni terribili.
La chiamata ai carabinieri
Il racconto di questa vicenda parte la notte tra sabato e domenica 11 febbraio, al 112 arriva la telefonata di Giovanni Barreca: "Buonasera mi devo consegnare". "Perché?", chiede il carabiniere all’altro lato del telefono. "Se vi dico perché non ci credete. Quando uno vuole fare la volontà di Dio gli spiriti si ribellano. Mia moglie era posseduta. In pratica è morta mia moglie. I demoni mi stanno mangiando pure a me. C'ho mio figlio, ho due morti e una l'ho lasciata lì". E aggiunge: "La volontà di Dio è fare le cose giuste. Gli spiriti mi hanno bloccato pure la macchina perché non vogliono che vado avanti a fare la volontà di Dio", cercando di spiegare cosa era accaduto nella villetta dell'orrore. "Mio figlio più piccolo è morto", prosegue. E il carabinieri dall'altro lato del telefono:"Dove è in questo momento lei?"."A Casteldaccia", risponde Barreca. I militari lo trovano in auto ad attenderli, pronto a confessare di aver ucciso la moglie, Antonella Salamone, e due dei suoi tre figli Emanuel, di soli 5 anni, e Kevin di 16.
La scena del crimine
Mentre il muratore viene portato in caserma, una pattuglia raggiunge la sua casa, una villetta nelle campagne di Altavilla. Agli inquirenti si presenta una scena agghiacciante. In una stanzetta ai piedi del letto c’è il corpo senza vita del bambino, "in posizione supina coperto da un telo", scriveranno nella relazione di servizio. Il resto è difficile pure da raccontare. Viene perquisita tutta la villetta. In un’altra camera c’è una ragazza che dorme. È l’unica sopravvissuta alla strage, al momento del ritrovamento viene considerata una superstite. Svegliata, dirà di essere la figlia 17enne di Barreca. Il secondo cadavere è in soggiorno ed è il copro martoriato di Kevin, legato mani e piedi dietro la schiena con una catena. Il corpo della moglie del muratore, Antonella Salamone non c'è. L'uomo confesserà di averla bruciata e seppellita in montagna "in nome di Cristo". I resti della donna saranno trovati nel pomeriggio coperti con del terriccio.
I messaggi WhatsApp di Kevin
La strage inizia qualche giorno prima, è domenica 4 febbraio, Kevin Barreca scambia alcuni messaggi su WhatsApp con un compagno di scuola."Te la faccio in breve, nella mia famiglia ultimamente sono successe cose strane e c’entra il mondo spirituale. Ora sono venuti due fratelli di Dio e stanno liberando mia madre e mio fratello che hanno dei demoni molto maligni addosso". E ancora: "Questa situazione Kevin l’aveva raccontata anche ad altri tre compagni di scuola, me l’hanno detto loro - ha raccontato il ragazzo ai carabinieri -. Sapevano che sua madre e suo fratello erano posseduti. Lui e la sorella non erano più venuti a scuola dal 5 febbraio”. Kevin Barreca però, insiste e al compagno scrive: "La mia famiglia si sta distruggendo per colpa della mia indifferenza e io scappo da casa mia per stare sempre con voi perché io in questa casa non sento pace. E per colpa di questo atteggiamento il diavolo si sta mangiando la mia famiglia". Nella chat riportata nell'ordinanza di custodia cautelare Kevin è preoccupato anche per il fratellino Emmanuel: "Un bambino di 5 anni che ti dice che il demone che ha dentro è venuto in questa famiglia per distruggerci ed ucciderci ad uno ad uno. Io sono spaventato...tutto quello che sto vivendo non ha senso". Kevin fa espressamente riferimento, quindi, ad un fratello che "sta parlando con il demone che controlla mia madre", descritto più precisamente come "uno figlio di Dio con sua moglie che conosciamo". Secondo gli inquirenti il tratto in evidenza che porta alla riconducibilità alla coppia di amici di Giovanni Barreca.
La morte di Antonella
"Mia madre è morta recentemente, credo la settimana scorsa", racconta la ragazza agli inquirenti. "È stata torturata con il phon, con la padella e con la pinza per il camino ed io ho assistito. Eravamo in cucina, mia madre era a terra con il volto in giù, ed erano presenti anche Sabrina, Massimo, Kevin e mio padre. La torturavano a turno, sia Sabrina che Massimo. Le passavano l’asciugacapelli con la massima temperatura in un punto del corpo, con la padella la colpivano sulla schiena. Hanno anche riscaldato la pinza per il camino con il fuoco e gliela hanno messa addosso. Mio padre guardava, io e Kevin eravamo in piedi e ci scambiavamo sguardi, capendo che la cosa non fosse normale".
"Emanuel era nero"
"Emanuel - prosegue la giovane - però non era in condizioni da poter essere definito vivo, già da prima di venerdì. Era nero e con il sangue in faccia. Ho assistito anche alle torture fatte a Emanuel, gli avevano dato il caffè amaro con una siringa per farlo vomitare". Il racconto prosegue:"l'hanno legato sopra il materasso e le torture erano finalizzate a liberarlo dai demoni, loro dicevano di non vedere un bambino di 5 anni, ma un demone".
"Sono salita sulla pancia di mio fratello"
La ragazza continua il racconto agghiacciante di giorni e giorni di sevizie. "Kevin è stato l'ultimo a morire", presumibilmente sabato secondo la ricostruzione effettauta dagli investigatori."lo avevano legato con una catena arrugginita e cavi elettrici - prosegue -. Gli adulti mi hanno detto di saltargli sulla pancia e io l'ho fatto". Ed in effetti c'è agli atti un referto medico delle ore 16 dell'11.02.2024 "in cui si dà atto che veniva medicato il polpaccio sinistro di Fina Sabrina, la quale presentava segni ed ematomi sulle braccia, e che la stessa dichiarava di essere stata aggredita fisicamente", si legge nella misura cautelare.
Per il gip "il coinvolgimento dei due coniugi è, inoltre, ulteriormente riscontrato anche dai molteplici ritrovamenti di carattere religioso presso al loro abitazione, dove venivano rinvenuti anche diversi biglietti del treno relativi alla tratta Palermo - Altavilla Milicia del 20 gennaio, del 4 febbraio, del 6 febbraio e del 9 febbraio e del 10 febbraio a riprova della loro presenza sui luoghi già riferita dalla Fina nell'immediatezza dei fatti alla P.G. e riferita anche dalla minore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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