La sorella di Jovanotti: "Conoscevo Emanuela Orlandi. Un prete mi inquietava"

Anna Cherubini, sorella del noto cantautore Lorenzo Jovanotti, parla 15enne scomparsa a Roma il 22 giugno 1983: "Abbiamo studiato nella stessa scuola di musica". E sul Vaticano: "Mio padre diceva di conoscere fatti gravi"

La sorella di Jovanotti: "Conoscevo Emanuela Orlandi. Un prete mi inquietava"
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C'è un filo che unisce Anna Cherubini, la sorella di Lorenzo Jovanotti, ed Emanuela Orlandi, l'allora 15enne cittadina vaticana scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. "Ci siamo incontrate da bambine con la nostra voglia di giocare e di chiacchierare. Abbiamo sfiorato l’avventura di conoscerci davvero. Se non fosse scomparsa saremmo diventate amiche. Ora non c’è giorno in cui non mi chieda dove sia. La sua assenza ha accompagnato la mia crescita. Ho sentito il bisogno di scrivere di lei" rivela la nota scrittrice, sceneggiatrice e autrice televisiva in una intervista rilasciata al settimanale "Oggi" alla pochi giorni dalla pubblicazione del suo nuovo romanzo, "Diventeremo amiche" (Solferino), in uscita il prossimo 22 marzo.

L'amicizia con Emanuela Orlandi

Da bambine Anna Cherubini ed Emanuela si incontravano davanti all'ambulatorio medico del Vaticano, non distante dall'abitazione degli Orlandi, che vivevano all'interno delle Mura leonine. "Non ho avuto il tempo di diventare veramente sua amica. - dice la nota scrittrice con un pizzico di rammarico - Emanuela era una ragazzina semplice, era felice di studiare musica, di suonare il pianoforte e il flauto". Poi racconta: "Io ho frequentato la sua stessa scuola di musica, ma dopo la sua scomparsa. Entrai con l’idea di averle rubato il posto. Mi sentivo in colpa e avevo anche un po’ paura che potesse capitare anche a me qualcosa di brutto. Poi, con l’assicurazione che se fosse tornata, ci sarebbe stato posto per entrambe, ho accettato di studiare là pianoforte".

"Pietro Orlandi un eroe contemporaneo"

Anna Cherubini, assieme ai suoi fratelli, è cresciuta a due passi dal Vaticano e conosce bene la famiglia Orlandi: "Loro sono molto uniti e sono ammirevoli in questa battaglia alla ricerca della verità. Pietro non si stanca di cercarla. È un esempio di coraggio e di tenacia. È un eroe contemporaneo". Quanto a Maria, la mamma di Emanuela "ha una pacatezza che fa bene al cuore, una fede che è rimasta integra e che meraviglia. - dice - A volte, quando passeggiava col marito nei giardini vaticani, si è sentita spesso evitata, scansata dai prelati che incontrava. A Pietro chiede sempre: 'Allora, hai trovato tua sorella?'. E ripete spesso questa frase: 'Lo sa il Signore quello che è accaduto a Emanuela'".

"Un prete mi inquietava"

Nel suo nuovo libro, "Diventeremo amiche", Cherubini racconta di un prelato che ansimava accanto a lei durante le lezioni di solfeggio: "Alle lezioni di musica c’erano anche suore e sacerdoti, e quel prete mi dava inquietudine. Percepivo di trovarmi in una situazione fastidiosa. Ero una ragazzina poco esperta di questioni sessuali. Nella nostra famiglia la parola sesso era vietata. Anche Andrea Purgatori, che tanto si è occupato con le sue inchieste di Emanuela Orlandi e che ho incontrato mentre stavo lavorando al libro, mi ha chiesto se in quella scuola avessi visto qualcosa di losco".

"In Vaticano atteggiamenti di chiusura"

Tra ipotesi e misteri, la vicenda di Emanuela Orlandi continua a essere un caso irrosolto da oltre 40 anni. "In Vaticano ci sono stati atteggiamenti di chiusura anche ambigui, per esempio sulle ipotesi di pedofilia, e questo è inquietante. - afferma Cherubini - In Vaticano ci sono stati atteggiamenti di chiusura anche ambigui, per esempio sulle ipotesi di pedofilia, e questo è inquietante".

"Mio padre diceva di conoscere fatti gravi"

Mario Cherubini (il papà della scrittice) era un dipendente del Vaticano, proprio come Ercole Orlandi, il padre di Emanuela. "Diceva di conoscere fatti gravi, ma non ha mai spiegato quali. - prosegue - Papà era un po’ fantasioso, amava far passare l’idea che conoscesse molti segreti del Vaticano". Poi precisa: "Forse pensava che Emanuela fosse stata uccisa: i delinquenti che probabilmente l’avevano rapita, magari avevano chiesto aiuto alla criminalità organizzata, come quella della banda della Magliana. Poi però papà ha lasciato il Vaticano, che aveva sempre venerato, per andare in pensione in anticipo".

"La commissione parlamentare è un buon segno"

Nel 2023, per volere di Papa Francesco, è stata aperta un’indagine in Vaticano sulla scomparsa di Emanuela. "Apprezzo molto il suo impegno contro la guerra, la sua ricerca della pace.

- puntualizza Anna Cherubini - Non so se l’inchiesta del Vaticano, la prima dopo 40 anni, porterà a una verità, ma dà qualche speranza". Quanto alla Commissione parlamentare sui Casi Orlandi e Gregori, la scrittice sembra essere fiduciosa: "È un buon segno", conclude.

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