Le perdite peggiori di Banca Etruria si sarebbero avute in solo tre mesi: ottobre, novembre e dicembre del 2014. Quasi 500 milioni bruciati. Una banca in coma, entrata per un pelo, come riporta Libero, "(e sulla base degli unici dati conosciuti, quelli al 31 dicembre 2013) fra le candidate alla trasformazione in società per azioni".
E proprio quei 500 milioni di euro persi che "avrebbero comportato l'esclusione dell'istituto di credito dalla lista delle beneficiarie del decreto legge (vedi soglia minima di attivi) erano sicuramente ben noti al vertice della banca popolare, dal presidente dell' epoca, Lorenzo Rosi al suo vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Maria Elena". Le cose si sapevano, quindi.
Ma sono proprio le parole di papà Boschi a stupire maggiormente: "Dopo la stabilizzazione dell' attività nella seconda metà del 2013, l' economia italiana è tornata ad indebolirsi nella primavera di quest' anno per il calo degli investimenti. Nel secondo trimestre 2014 il Pil italiano è sceso dello 0,2% rispetto al primo trimestre, la flessione dell' attività ha interessato tutti i maggiori comparti produttivi (…) Nel terzo trimestre 2014 il Pil avrebbe segnato una nuova lieve flessione (…) Il recupero della fiducia di famiglie e imprese, in atto dalla fine dello scorso anno, si è interrotto nell' estate...". L'economia, in pratica, era in crisi per colpa del governo Renzi.
Ma il fatto che stupisce maggiormente è che nel gennaio del 2015 si diffusero le prime voci sul decreto Renzi per le popolari. Il racconto di ciò che accadde dopo è stato fornito dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas: "Dal 3 gennaio al 9 febbraio 2015 i corsi delle banche popolari sono saliti da un minimo dell' 8 per cento per Ubi a un massimo del 67 per cento per Banca popolare dell' Etruria e del Lazio, a fronte di una crescita dell' indice del settore bancario dell' 8 per cento circa; anche i volumi negoziati hanno fatto registrare consistenti aumenti". A partire dal 16 gennaio tutti hanno cominciato a puntare solamente su Banca Etruria. Come mai?
La risposta a questa domanda la dà sempre Vegas: "Indiscrezioni sulla operatività sospetta sulle azioni popolari che sarebbe stata registrata proprio con ordini di acquisto, poi seguiti da decise vendite, sulle azioni delle popolari nella City". A questo punto, però, sorge spontanea una domada: se si fossero conosciuti i conti reali di Banca Etruria, ci si sarebbe lanciati a comprare i titoli? Anche su questo quesito interviene Vegas, citando un articolo del Sole 24 ore, in cui si sottolineava "che la performance fatta registrare delle azioni delle Banche Popolari a seguito del Decreto-legge del governo di riforma del settore ha comportato un rialzo medio delle popolari del 20% che, come sottolineano gli analisti da sempre, equivale in media allo sconto del corso azionario di una Popolare rispetto ad una S.p.A".
E Vegas commenta così questa notizia: "In particolare, però l' articolo sopra richiamato sottolinea il rialzo di Banca Popolare dell' Etruria che nella settimana di annuncio della riforma ha registrato un rialzo del 67%. L' articolo sottolinea che o qualcuno ha speculato in anticipo sull' arrivo del decreto (...) oppure il mercato ha premiato tra le Popolari, la banca che più di tutte farà da preda, viste le condizioni del suo bilancio".
Oggi, i risparmiatori che si ritengono danneggiati da Banca Etruria e hanno protestato ad Arezzo cercando di entrare dentro la sede centrale dopo aver colpito con pugni più volte la porta a vetri d'ingresso.
Al grido di "ladri", "ladri", un gruppo ha quindi provato a forzare anche il secondo accesso dopo aver guadagnato l'atrio, ma non è riuscito ad entrare fino nella sede della banca. I contestatori sono circondati dalle forze dell'ordine. La strada dove si trova la banca è bloccata dai vigili urbani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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