"Fosse per me potevo pure tornarmene al mio paese, però qui ho ancora del lavoro, del resto sono quarant'anni che presto servizio in Vaticano, e poi sarebbe come dargliela vinta a tutti quelli che mi attaccano". L'indagine del Vaticano sul suo attico non lo scalfisce. Il cardinale Tarcisio Bertone non molla e, intervistato dal Corriere della Sera, rilancia addirittura: "Mi pare una manovra evidente per distogliere l'attenzione dal processo Vatileaks. Che altro motivo ci sarebbe per uscire adesso? Bertone fa sempre notizia". E a chi gli ricorda il brutto affare sul suo appartamento, lui dice che ci sono almeno "trenta cardinali che hanno case più belle" della sua.
"L'appartamento - dice - mi fu assegnato d'accordo col Governatorato e col Papa". E precisa: "Non è questione di grande o piccolo: era libero questo. Del resto le metrature degli appartamenti disponibili tendono ad essere ampie, ai tempi li facevano cosi. Ci sarà una trentina di cardinali che vive in appartamenti anche più grandi. D'altra parte che si può fare, ricavarne monolocali?". E ribadisce che, aldilà della metratura, "non c'è nulla di lussuoso", ma si è limitato a risanare "ambienti abbandonati". E poi, come ha già più volte spiegato, non ci vive da solo, ma con tre suore che lo aiutano e la segretaria. "Ci sono le camere per tutti, la biblioteca, l'archivio...", rivela il cardinale confermando di non aver saputo che la Fondazione Bambino Gesù si stesse adoperando per pagare la ristrutturazione. "Io stesso - dice al Corriere della Sera - ho cercato benefattori che pagassero la ristrutturazione di un appartamento che, lo ricordo, non è mio ma di proprietà del Governatorato. Poiché non se ne sono trovati, ho pagato di tasca mia, e salato, con i miei risparmi (300mila euro, ndr), solo dopo sono saltati fuori pagamenti ulteriori, si parlava di duecentomila e adesso vedo che sarebbero addirittura 422 mila euro, più del doppio - continua - di queste manovre, di questa filiera di pagamenti io non sapevo assolutamente nulla".
C'è, però, la questione della donazione di 150mila euro al Bambino Gesù. "Ho voluto fare una donazione volontaria per sostenere la ricerca sulle malattie rare - si difende - è vergognoso che alcuni continuino a parlare di 'risarcimento'.
Io non ho restituito nulla perché non ho rubato nulla. La presidente dell'ospedale ha riconosciuto la mia estraneità, il cardinale Parolin ha detto che la questione è risolta - conclude - saranno altri se mai a dover rispondere, io non sono sotto indagine".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.