Il business di Spin Time Labs: dagli affitti alle serate in discoteca

Discoteche, sale musica e alloggi a pagamento: ecco come funziona Spin Time Labs, l'occupazione di Action nell'ex sede dell'Inpdap

Il business di Spin Time Labs: dagli affitti alle serate in discoteca

Nell’ex sede Inpdap di via di Santa Croce in Gerusalemme 55 dovevano farci un albergo. Era questo, secondo la ricostruzione del Messaggero, il progetto della società Investire Sgr, dal 2004 proprietaria dell’immobile di otto piani.

Poi nell’ottobre del 2013 il palazzo finisce nel mirino dei movimenti per la casa insieme a quello di via Curtatone. A guidare l’occupazione c’è Tarzan, al secolo Andrea Alzetta, leader degli antagonisti romani, che affronta la vigilanza armata, scassina la porta e riempie il palazzo con duecento disperati. Mamme, bambini, disoccupati, pronti a trasformarsi in inquilini abusivi e a barricarsi nell’edificio.

Gli alloggi a pagamento e i "rave" nei sotterranei

Per vivere qui, come avevamo raccontato in questo servizio, ogni “condomino” deve versare dieci euro al mese e una quota associativa. In più ci sono le attività ludiche. “Qui dentro si fa politica, certo”, spiegano i responsabili dell’occupazione. Ma con gli anni lo stile è cambiato e i movimenti per la casa si sono aperti al “business”, che nel caso specifico si chiama Spin Time Labs. Si fa teatro e si produce birra. Ci sono le sale prova per i musicisti a prezzi popolari (35 euro per un intero pomeriggio), e poi ci sono le serate in discoteca al piano seminterrato. Feste che nel week end attirano centinaia di ragazzi. Con pochi euro ti fai un cocktail ed è facile anche rimediare il fumo.

"Un’esperienza di rigenerazione urbana”, la definiscono gli attivisti di sinistra, che ha avuto la benedizione anche della presidente Dem del I municipio, Sabrina Alfonsi, e del vice sindaco, Luca Bergamo, nonostante nel palazzo, tra il 2015 e il 2016 non siano mancati neppure un paio di episodi di cronaca nera: un occupante nigeriano venne trovato morto e un inquilino marocchino si tolse la vita. I residenti del quartiere, invece, da anni protestano invano contro i “rave”.

Quel patto tra Chiesa e antagonisti

Il laboratorio di grafica, invece, è gestito dal centro parrocchiale. “Di fronte a un mercato che ha invaso anche le relazioni individuali, è necessario ricostruire un’idea di umanesimo e di solidarietà che riscontriamo più nella Chiesa che nei partiti”, diceva Alzetta al Giornale qualche anno fa. Per questo scrisse pure una lettera a Papa Francesco. Il pontefice gli rispose assicurandogli le sue preghiere. “Il Vaticano ha una mission in questo spazio”, ha spiegato ieri al Giornale Roberto Andolfi, portavoce di Spin Time Labs.

“All’interno dell’ex sede Inpdap – ci ha detto - c’è suor Adriana che rappresenta il vicariato e da qui fa attività sociale per il quartiere e per le famiglie povere”. È stata lei la scorsa settimana ad allertare l’elemosineria vaticana, che qui nei mesi scorsi aveva già inviato ambulanze, medici e viveri. Tutto il resto è cronaca.

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