Consip, il capitano del Noe adesso inguaia Woodcock

Scafarto, nell'interrogatorio coi pm di Roma, rivela: "Fu Woodcock a suggerirmi il capitolo sui servizi segreti"

Consip, il capitano del Noe adesso inguaia Woodcock

Fu il pm di Napoli Henry John Woodcock a "rappresentare" al capitano del Noe Gianpaolo Scafarto l'opportunità di dedicare un capitolo dell'informativa ai magistrati che indagano sul caso Consip sulla presunta presenza di esponenti dei servizi segreti durante l'attività di indagine dei carabinieri. Lo ha detto lo stesso Scafarto ai pm di Roma che ieri lo hanno interrogato in relazione a due episodi di falso contenuti in quella informativa che riguarda anche Tiziano Renzi, padre dell'ex premier. "La necessità di dedicare una parte della informativa - avrebbe riferito Scafarto ai pm di Roma - inerente al coinvolgimento di personaggi legati ai servizi segreti, fu a me rappresentata come utile direttamente dal dottor Woodcock". "Al posto vostro farei capitolo autonomo su tali vicende", gli avrebbe consigliato il pm napoletano.

Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi, il militare avrebbe alterato in più parti un'informativa sulla quale si basavano buona parte delle accuse a Tiziano Renzi contenute nel fascicolo che lo vede indagato per traffico di influenze. Al centro dell'indagine, che ha portato tra l'altro all'arresto di Alfredo Romeo lo scorso 1 marzo, c'è la gara FM4, di 'facility management', ovvero servizi per la pa, del valore di 2,7 miliardi, bandita dalla centrale acquisti della pubblica amministrazione nel 2014 e suddivisa in 18 lotti, alcuni dei quali puntava ad aggiudicarsi Romeo. L'imprenditore prese parte alla gara per il lotto da 143 milioni di euro per l'affidamento di servizi in una serie di palazzi istituzionali a Roma, che andavano dalla pulizia alla manutenzione degli uffici.

Davanti ai pm di Roma, che lo hanno interrogato per quattro ore, ieri, il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto si è scusato per gli errori commessi nei verbali che ha attribuito "alla fretta di completare l'informativa". Quando i pm gli hanno fatto notare altre contestazioni, legate ad errori presenti negli atti da lui compilati lui avrebbe esclamato: "Mamma mia pure questo". Scafarto ha spiegato il metodo usato per le indagini: "In considerazione delle tecniche di comunicazione dei protagonisti i quali spesso bisbigliavano, accendevano la tv così rendendo l'operazione di ascolto più complessa - ha evidenziato -. Ho elaborato un protocollo di ascolto che dopo la registrazione della conversazione prevedeva tre fasi: un primo ascolto da parte di un operante che redigeva un sunto e le informazioni essenziali della conversazione.

Un secondo ascolto da parte di altro operante che verificava il contenuto dell'audio dall'altro integrava sunto della conversazioe. Un terzo ascolto affidato ad un maresciallo che riascoltava e definiva il brogliaccio".

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