Delitto Sacchi, parla De Propris: "Diedi la pistola a Del Grosso"

Nel suo memoriale difensivo, Marcello De Propris ripercorre il giorno della morte di Luca Sacchi: "Diedi io la pistola a Del Grosso, ma era scarica"

Delitto Sacchi, parla De Propris: "Diedi la pistola a Del Grosso"

"Fui purtroppo io a consegnare a Valerio Del Grosso la pistola con la quale egli uccise il povero Luca Sacchi". Lo scrive nero su bianco Marcello De Prorpis, imputato nel processo per l'omicidio del personal trainer 24enne, morto nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019.

De Propris aveva ricevuto la pistola a metà settembre 2019, come pagamento di un cliente che gli doveva 700 euro per un quantitavo di droga: "Mi disse che non aveva modo di pagarmi in breve tempo, e mi propose come pagamento un revolver calibro 38. L'arma era scarica, ma il meccanismo di sparo era apparentemente ben funzionante", spiega il ragazzo nel suo memoriale.

Poi, De Propris riercorre gli eventi appena precedenti la notte in cui Luca Sacchi morì. Il 21 ottobre, ricorda, Valerio Del Grosso gli chiese 15 chilogrammi di marijuana per un suo cliente, Giovanni Princi, disposto a pagare tra i 4.000 ei 4.500 euro al chilo. Il pomeriggio seguente, dopo aver trovato i quantitativo di droga richiesto, De Propris si incontrò al bar con Del Grosso e Valerio Rispoli, intermediario nella compravendita, per valutare la qualità della sostanza. Quando Rispoli rimase in disparte, però, Del Grosso propose a De Prorpis di proporre a Princi solo la qualità più economica di marijuana, spacciandola per quella più cara e guadagnarci ulteriormente: "Io gli avrei retto il gioco, mentre Del Grosso – conclusa la compravendita di marijuana a Princi - avrebbe dovuto prendersi la pistola, darmi 700 Euro".

Infine, nel memoriale sono contenuti anche gli eventi relativi alla sera dell'omicidio, in cui sarebbe dovuta avvenire anche la consegna dei 15 chilogrammi di droga. Ma, mentre erano in corso le operazioni per il traferismento della sostanza, Del Grosso si presentò da De Propris inisieme a Paolo Pirino, volendo acquistare, sempre per conto del Princi, la pistola calibro 38, che gli venne consegnata. "Dopo che ci fummo salutati, passò poco più di una mezz'ora- racconta De Properis nel memoriale- Alle 22.48 Valerio Del Grosso mi chiamò. Pensavo che mi stesse contattando per comunicarmi l'indirizzo per la consegna e darmi il “via libera” per far partire l'autovettura che trasportava la marijuana da consegnare a Princi. Valerio, invece, mi disse che stava “perdendo tempo" perché la situazione gli sembrava "ambigua”". Ma alcune frasi di Del Grosso e la sua agitazione fecero capire che l'intenzione era quella di commettere una rapina.

Ma quella rapina si trasformò nell'omicidio di Luca Sacchi, colpito alla testa da un colpo di pistola, caduto a terra e morto poco dopo in ospedale. Stando a quanto riferito da De Propris, fu lo stesso Del Grosso a raccontargli quello che era successo: "Mi confermò che aveva tentato di commettere una rapina che però era andata male, che gli era partito un colpo per sbaglio e che aveva ferito un ragazzo, che era caduto in terra come conseguenza del colpo".

De Propris ammette di aver ceduto la pistola a Del Grosso, sottolineando non avesse idea delle

intenzioni del ragazzo: "Sono distrutto dal rimorso per avere causato, sia pure indirettamente e involontariamente, la morte di un ragazzo della mia età e un dolore che non avrà mai fine per la sua famiglia".

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