Attorno a via Germagnano, a Torino, sorgono tre campi rom. Due di questi sono abusivi ma non sono mai stati abbattuti. Eppure l'inquinamento di aria, terra e acqua, causata da questi insediamenti e già oggetto di un sequestro per "disastro ambientale", potrebbero avere avvelenato anche le persone. Come racconta la Stampa, infatti, il Silpol, il sindacato dei vigili urbani, ha portato in procura i risultati delle analisi dei capelli di tre agenti della sezione nomadi.
Tracce di manganese, cromo, litio, tallio e stagno. È quanto è stato trovato nei capelli dei tre vigili che da una decina di anni prestano servizio nell'area di via Germagnano. In quella zona gli agenti devono lavorare tra fumi pestilenziali dei cumuli di rifiuti bruciati dai rom. Lì i nomadi bruciano davvero di tutto. Dai cavi di plastica ai copertoni. Molte scorie, poi, vengono interrate dove c'è spazio in un'area malsana infestata dai ratti. Lo hanno sempre fatto senza prendere le dovute misure di protezione. Neppure una semplice mascherina. Tanto che, come racconta Massimo Numa sulla Stampa, sono sopraggiunti, "malesseri e disturbi con sintomi gravi durante e subito dopo i turni di servizio".
Adesso la situazione è stata definita "preoccupante". Sostanze "potenzialmente tossiche", come cromo e litio, che sono state trovate a livelli "totalmente anomali" rispetto ai valori normali, rischiano di essere pericolose per l'organismo. Le "precarie condizioni di salute" degli agenti, dunque, potrebbero essere strettamente collegate alle "esalazioni presenti nel campo nomadi di Germagnano". I tre vigili della sezione nomadi, che ricevono una misera "indennità" per lavorare a contatto con i rom, sono solo i primi a essersi sottoposti agli esami medici.
Presto lo faranno anche i militari che hanno presidiato l'area. Le autorità comunali hanno paura che possano essere contagiati i quartieri residenziali che sorgono non lontano dai tre campi rom.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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