La fede contro il Covid: la pandemia non ha intaccato la carità in Italia

Il Covid-19 può diventare più o meno aggressivo ma non ha la capacità di intaccare la carità animata dalla fede cristiana. L’emergenza sanitaria ha rappresentato uno stimolo molto forte alla donazione

La fede contro il Covid: la pandemia non ha intaccato la carità in Italia

La pandemia di Covid-19 ha creato uno choc senza precedenti. Non solo per il numero di vittime e contagi, l'effetto più visibile e lampante del virus, ma anche per aver stravolto la quotidianità degli esseri umani in tutto il pianeta nello stesso lasso temporale. Come se non bastasse, accanto ai danni provocati dal virus al sistema sanitario, bisogna mettere in conto pesanti contraccolpi economici e sociali.

La forza della fede

A proposito dell'ultimo punto citato, quando è scoppiata l'emergenza, c'era il timore che potesse diffondersi una sensibile contrazione delle donazioni destinate alle persone più bisognose, tanto in Italia quanto all'estero. Accanto all'incertezza per il futuro, la stessa incertezza che ha spinto molti cittadini a incrementare la tendenza al risparmio, segnaliamo le restrizioni alle consuete attività di raccolta fondi in aree pubbliche. Il mix di questi due fattori avrebbe potuto affossare il contributo dei benefattori all'azione di varie fondazioni, tra cui a quella della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), in prima linea nel sostenere le comunità cristiane perseguitate.

"Quando è iniziata la pandemia da Covid-19 all’angoscia per le vite umane perse e alla preoccupazione per i malati si è aggiunto il timore per le comunità cristiane perseguitate ordinariamente sostenute da ACS. Tutti noi abbiamo infatti temuto una sensibile contrazione delle donazioni. Ancora una volta, tuttavia, i nostri straordinari benefattori ci hanno stupito", ha spiegato Alessandro Monteduro, direttore di ACS.

Come si spiega tutto ciò? C'è uno studio molto interessante che vale la pena analizzare. Si intitola Indagine sugli orientamenti degli Italiani verso le donazioni e il testamento solidale, ed è stato realizzato da Walden Lab, "laboratorio" dedicato all’ideazione e alla gestione di progetti di ricerca sociale. Prendendo in considerazione la comunità italiana, quella cioè di ACS Italia, emergono dati sensazionali.

"Se confrontiamo le donazioni, al netto delle eredità, ricevute nei primi nove mesi del 2021 con quelle dello stesso periodo del 2020, notiamo un incremento del 21,2%. Lo stesso confronto temporale fa registrare un incremento del 10,1% del numero dei benefattori", ha evidenziato Monteduro. Per quale motivo? Le motivazioni alla base delle donazioni sono complesse, soprattutto se motivate dalla fede. I benefattori hanno mostrato come la carità verso i poveri o i cristiani perseguitati sia in grado di superare i rischi derivanti dalla minaccia del Covid-19. "Penso anche che i recenti lockdown abbiano fatto riflettere tanti cattolici italiani a proposito delle limitazioni quotidianamente sperimentate da tante comunità cristiane minacciate non solo dal coronavirus ma anche e soprattutto dalla persecuzione in odio alla fede", ha concluso, ancora, Monteduro.

Donazioni e benefattori

Tornando alla ricerca, la rilevazione è stata effettuata a cavallo tra il 17 e il 21 giugno 2021 e ha riguardato individui di età compresa tra i 25 e i 75 anni. Il campione di riferimento, che ha preso in esame variabili di genere, età e area geografica, ha prodotto 1015 interviste realizzate mediante Computer Assisted Web Interviewing, con un questionario formato da 32 domande.

Tra i risultati ottenuti, è emerso che oltre due terzi degli Italiani (70%) hanno dichiarato di avere donato “almeno una volta nel corso della loro vita” e due terzi di questi (il 46%) nel corso degli ultimi due anni. La percentuale di coloro che dichiarano di aver donato nell’ultimo anno risulta inoltre allineata con l’anno precedente (27% vs. 28%) ma decisamente più elevata rispetto a quella rilevata negli anni precedenti quando raggiungeva a fatica il 20%.

Trova dunque conferma il dato che l’emergenza sanitaria ha rappresentato uno stimolo molto forte alla donazione. E infatti due terzi di chi ha donato negli ultimi 2 anni dichiara di averlo fatto per contribuire a contrastare l’emergenza.

La rilevazione di quest’anno ha messo in evidenza un’attenuazione delle preoccupazioni economiche ma ha anche confermato la consapevolezza della necessità – come risposta efficace alla crisi - di un maggiore impegno da parte di tutti sul versante della solidarietà sociale e della cura ambientale.

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