Il "metodo" delle Ong: come nasce il pressing che fa crescere gli sbarchi

Le navi delle Organizzazioni Non Governative anche nel 2021 hanno confermato la loro piena attività in mare. Decisivo il loro pressing nei porti italiani per far salire il numero degli arrivati

Il "metodo" delle Ong: come nasce il pressing che fa crescere gli sbarchi

Occorre risalire al 2017 per vedere simili scenari sull'immigrazione per gli sbarchi in Italia. Anche se si è ben lontani per fortuna dal valore assoluto di quell'anno record, nel 2021 si è comunque osservato un incremento di oltre il 50% di migranti sbarcati rispetto all'anno precedente. Importante in tal senso il ruolo delle Ong. Le navi umanitarie hanno incrementato la loro attività, portando maggiore pressione sul governo.

Il pressing delle Ong

Qual è stato il ruolo delle Ong nell’ambito del fenomeno migratorio targato 2021? È questa una delle domande alle quali non si può non rispondere quando si parla di immigrazione con riferimento alle coste italiane. Nel corso dell’anno che sta per concludersi il ruolo delle Organizzazioni Non Governative è stato infatti preponderante per la crescita dei numeri relativi agli extracomunitari ospitati dalla nostra Nazione. La trama di un film visto e rivisto che si conosce a memoria e che stanca. Una sceneggiatura ormai obsoleta, ma che si presenta sempre puntuale come da “palinsesto”. Così hanno agito le Ong nel 2021. In navigazione vicino le coste libiche, luogo in cui parte la stragrande maggioranza dei migranti, hanno caricato sulle loro imbarcazioni gli stranieri e, stazionando vicino le coste italiane, hanno chiesto un porto sicuro al nostro governo. Il pressing esercitato con mera pretesa, ha escluso altri destinatari: nessun altro Paese è stato chiamato in causa per ottenere accesso sulla terraferma come se il nostro fosse l’unico europeo deputato all’accoglienza. Gli oltre67mila migranti arrivati in Italia quest’anno sono decisamente anche il frutto dell’attività delle Ong.

Il ruolo delle Ong

Quella cui si è assistiti in questo Natale è stata una vera e propria escalation di richieste. Le Ong hanno agito come pioggia battente, non hanno lasciato respiro con le loro pretese scaricando i migranti nei nostri porti un giorno appresso all’altro. Ma qual è stato il loro ruolo nel corso del 2021? Le Organizzazioni Non Governative hanno di certo agevolato la crescita dei numeri che oggi appaiono sul cruscotto del Viminale. Di quegli oltre 67mila arrivati, circa 10mila sono stati portati proprio dalle loro navi. La più attiva del 2021 risulta essere l’Ocean Viking di Sos Mediterranée con i suoi oltre circa 2.700 migranti. Al seguito, la Sea Watch nella “versione” 3 e 4 con circa 2.500 stranieri scaricati in Italia. Si è manifestata attiva anche la Geo Barents. La nave di Medici Senza Frontiere entrata in funzione lo scorso maggio ha fatto il botto in pochi mesi con circa 1200 migranti. Seguono poi Sea Eye e Open Arms. La prima con più di mille immigrati e la seconda con circa 500. A conti fatti dunque il 14% dei migranti è stato portato dalle navi delle Ong.

Non è solo questione di numeri

È impossibile non valutare il ruolo delle Ong nell'economia complessiva del fenomeno migratorio. Quando dall'altra parte del Mediterraneo i trafficanti sanno della presenza di una o più navi pronte a far salire a bordo dei migranti, dalla Libia vengono fatte partire decine di barche. Non mancano i precedenti storici in tal senso anche legati alle attività di altre navi, come quelle militari. Tra il 2016 e il 2017, nel biennio più nero sul fronte migratorio, i mezzi della missione Triton hanno attratto lungo le nostre coste migliaia di migranti facendo registrare anche record di sbarchi tutt'ora imbattuti.

È il cosiddetto “pull factor”, tanto stigmatizzato dal mondo delle Ong ma sempre attuale nel valutare i dati complessivi delle migrazioni verso l'Italia. Le attività delle navi umanitarie nel 2021 sono cresciute e questo ha avuto una conseguenza sul numero degli sbarchi. Attenzione: il pull factor non è l'unico elemento. Ci sono altre circostanze quali, tra tutte, l'eterna instabilità in Libia, il ruolo dei trafficanti e la pressione migratoria che arriva dal Sahel. Ma indubbiamente il fattore di attrazione determinato dalle Ong non è trascurabile e vale molto di più delle percentuali di sbarcati con le navi umanitarie.

Ocean Viking

Il ruolo politico

C'è poi un altro fattore da considerare riguardo l'operato delle Ong. È quello politico. Il 2021 è stato l'anno del cambio di governo e di maggioranza. Si è passati da un esecutivo di centro-sinistra a uno invece comprendente gran parte dei partiti presenti in parlamento, tra cui la Lega. In un contesto del genere, considerando lo storico braccio di ferro tra le Ong e il segretario della Lega Matteo Salvini quando era al ministero dell'Interno, ogni richiesta di porto sicuro da parte di una delle organizzazioni è un elemento di frizione in più per il governo. Dietro i numeri degli sbarchi tramite le Ong, si cela quindi una tensione non secondaria tra le varie forze a sostegno dell'esecutivo guidato da Mario Draghi.

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Non è un caso che, come accaduto in occasione dell'inizio del processo Open Arms che vede imputato proprio Matteo Salvini, dal Pd siano arrivati espliciti appoggi alle Ong. Emblematica in tal senso la foto del segretario dem Enrico Letta con la felpa Open Arms al fianco del fondatore dell'Ong spagnola.

Tensioni quindi che sono destinate a riproporsi anche nel 2022. Le Ong infatti promettono battaglia già a partire dal nuovo anno. Non si aspetterà aprile per tornare in mare, ma i mezzi umanitari stazioneranno a largo della Libia non appena le condizioni del mare lo consentiranno.

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