È durata circa un’ora la visita di Beppe Grillo alla camera ardente allestita per Gianroberto Casaleggio all’istituto Auxologico di Milano. Beppe Grillo, insieme ai componenti del direttorio del Movimento 5 Stelle (Carlo Sibilia, Carla Ruocco, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico) ha lasciato l’ospedale in auto dal parcheggio della struttura. Nella camera ardente è rimasta la moglie del cofondatore del movimento, mentre il figlio Davide vi si era recato in mattinata. Numerosi deputati e senatori pentastellati hanno reso omaggio a Casaleggio.
Intanto si parla già della successione. "Se il figlio di Casaleggio più essere un buon erede? Non lo conosco - dice Dario Fo -. Ma se così fosse mi pare più che naturale. Anche io ho delegato molto, ultimamente, a mio figlio Jacopo. Il figlio l'ho visto qualche giorno fa quando il Comune di Milano ha titolato uno spazio di verde a Franca. C'era il bambino, di 7 anni, che conosco bene, e appunto il figlio di 40, che da anni aiuta il Casaleggio nella costruzione dell'impianto. Ma è ovvio che ora prenderà le redini, è fisicamente normale che un figlio raccolga l'impegno del padre".
Casaleggio era "l’anima" del M5S - scrive Paolo Becchi, già ideologo del movimento, in un editoriale pubblicato sul Secolo XIX -. E' sempre stato così, sin dall’inizio, nel bene e nel male". Ora dovrà essere Grillo a fare da garante, davanti al rischio che diventi "un partito come tutti gli altri. Chissà che fine farà il blog che era il suo laboratorio concettuale dove nascevano le idee e diventavano, se erano buone, virali. E chissà che fine farà il M5S. Mi potevo immaginare un M5s senza Grillo ma non senza Casaleggio. Mi sono sbagliato almeno in parte", scrive Becchi, che ha lasciato il movimento "per dissenso sulla svolta istituzionale. Nei prossimi mesi si vedrà se il M5s sarà veramente in grado di camminare con le proprie gambe e come lo farà", afferma Becchi secondo il quale Grillo "dovrà almeno in parte rivedere i suoi piani".
«Un M5s che non vuole avere un capo e ora comunque l’ha perso (lo so per Gianroberto già parlare di capo era un’eresia ma di fatto era lui la guida) deve almeno avere un garante e non meramente simbolico, uno che sappia far rispettare quello che poche regole che contraddistinguevano in origine il Movimento e che, con l’andare del tempo, si sono un pò perse. Altrimenti c’è il rischio, già peraltro presente, che il M5s si trasformi in un partito come gli altri".
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