L'orrore dopo la disperazione. Sembra essere stata la preoccupazione per motivi di salute, la molla che ha spinto un padre a uccidere il figlio di 2 anni nel Trevigiano lo scorso sabato, e poi a suicidarsi. Lo spettro della presunta disabilità del bambino e l'ipotesi del "dopo di noi" non avrebbero lasciato altra via d'uscita al padre?
Al bambino pare infatti sia stata diagnosticata una forma di autismo, come riporta l'Huffington Post. Egidio Battaglia, 43 anni, ha lasciato quindi un manoscritto, al momento al vaglio degli inquirenti, in cui esprime le proprie perplessità. “Sono preoccupato per il suo futuro - si legge nel manoscritto, in cui Battaglia scrive del figlio - è la migliore creatura che potesse venire al mondo, ma quando sarà grande e non avrà più i genitori, che cosa farà?”. Lo scorso sabato Battaglia si è suicidato con un'arma da taglio. Accanto al suo corpo, in bagno, è stato trovato quello del bimbo di 2 anni, con segni di strangolamento.
Battaglia pare quindi fosse preoccupato dal cosiddetto "dopo di noi", cioè le prospettive per i disabili quando, da adulti, sopravvivono ai propri genitori. L’avvenimento ha scosso il neoministro per le Disabilità Erika Stefani, che ha promesso di muoversi in tal senso. “La notizia del bimbo con problemi di salute strangolato dal padre, suicida, è lacerante - ha detto all’Agi - Dolore senza fine per questa vicenda che mostra drammaticamente come la sfida che coinvolge noi tutti sia monitorare le aree di disagio, fare rete sui territori per individuare le situazioni di sofferenza, potenziare la rete dei servizi per non lasciare solo nessuno. Di fronte alla disabilità e alla malattia le famiglie devono avere la certezza di essere sostenute attraverso la progettazione di interventi condivisi ed erogati con continuità progettuale che va dai territori al governo centrale”.
Secondo Stefani, l’azione deve essere capillare e condivisa, non solo dall’alto, ma anche e soprattutto dal basso, dove spesso si ha maggiore contezza delle famiglie in cui uno o più membri sono disabili e delle problematiche che queste devono affrontare. “Civiltà è adoperarsi tutti - ha proseguito il ministro - al fianco delle istituzioni, affinché le famiglie e le persone non si sentano mai più sole. Lo sviluppo di progettualità con questi obiettivi deve coinvolgere tutte le realtà di sostegno, assistenza e la rete dei servizi. È in questo contesto che intendo garantire il massimo coinvolgimento delle associazioni. Nessuno ha la bacchetta magica, ma oggi più che mai occorre far emergere le aree di sofferenza che rischiano di sfociare in drammi; occorre potenziare la rete dei servizi territoriali, prestare la massima attenzione ai temi e alle priorità. E per questo c'è bisogno dell'aiuto di tutti”.
Come riporta Adnkronos, i corpi di Battaglia e del bambino sono stati trovati sabato scorso, a seguito dell’allerta lanciata dal nonno del piccolo, con cui avevano appuntamento per pranzo. Il ritardo ha spinto il nonno ad andare a cercarli nel loro appartamento di Castello di Godego, in provincia di Treviso. Il nonno avrebbe trovato la porta chiusa dall’interno, chiedendo quindi aiuto. L’uomo e il bambino vivevano in quella casa con la madre, impiegata in una cooperativa che effettua servizi ospedalieri, che in quelle ore era al lavoro. Per lei è stata predisposta l’assistenza psicologica: alla notizia di quanto accaduto, la donna è stata colta da malore e portata all’ospedale di Castelfranco Veneto.
L’allerta del nonno ha permesso l’intervento immediato dei Carabinieri di Treviso, che sono giunti con il loro comandante Gianfilippo Magro, la pm Mara De Donà, i vigili del fuoco, i medici del Suem.
Al loro arrivo, è stato constatato come il bimbo sia stato presumibilmente strangolato, mentre Battaglia si era tagliato la gola. Sono stati disposti il sequestro dell’appartamento e l’autopsia sui cadaveri, che sono stati entrambi rinvenuti in bagno.
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