Massimo Bossetti spiega in aula perché il furgone ripreso non è il suo

Il muratore di Mapello è stato sentito oggi in aula e ha spiegato perché il furgone ripreso dalle telcamere non è il suo. Poi, la difesa ha mostrato l'album di figurine dei figli, ma gli edicolanti non si ricordano dell'imputato

Massimo Bossetti spiega in aula perché il furgone ripreso non è il suo

La Corte d'Assise di Bergamo ha soltanto una domanda per Massimo Bossetti: "Il furgone ripreso dalle telecamere è il suo?".

L'imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio, questa mattina, ha dovuto rispondere solo ad una domanda. "Quel furgone non è il mio. Guardando le foto delle telecamere e ripensando al mio mezzo posso assicurare che il mio cavalletto posteriore è più basso di quello ripreso. E la cassetta in basso a sinistra nel cassone è diversa da quella che ho io" - ha dichiarato Bossetti. Il furgone incriminato è stato rirpeso dalle telecamere di sicurezza di alcune aziende nei pressi della palestra da cui è scomparsa la tredicenne il 26 novembre 2010.

L’avvocato di Bossetti ha poi preso parola e ha mostrato in aula gli album di figurine che la moglie Marita Comi ha portato in tribunale. Il muratore di Mapello ha più volte giustificato i suoi frequenti passaggi da Brembate Sopra, dicendo che comprava le figurine per i suoi figli. La moglie, per confermare la sua versione dei fatti, ha portato in tribunale la prova.

"Ci sono anche altri album a casa nostra. Qualche volta ho lasciato anche il mio numero di telefono agli edicolanti così potevano chiamarmi quando arrivavano le figurine" - ha raccontato Bossetti. Ma nel corso delle udienze precedenti, tre edicolanti sono stati sentiti e hanno sostenuto di non riconoscere il carpentiere come cliente abituale. Massimo Bossetti ha prontamente risposto con una parola: "Mentono".

Oggi, su richiesta della difesa del muratore è stato sentito un 17enne che 5 anni fa aveva raccontato ai carabinieri di aver visto Yara. Il ragazzo ha riconosciuto la Gambirasio grazie alle foto pubblicate in televisione e ha spiegato che un giorno ha visto una giovane ragazza parlare con tre uomini vicino ad un furgone bianco.

"Ricordo di aver visto tre uomini nel parcheggio accanto all’edificio (centro sportivo ndr) in compagnia di una ragazzina che indossava un giubbotto di Hello Kitty e aveva i capelli raccolti in uno chignon" - ha confermato il minorenne. Il ragazzo, però non è risucito a collocare il fatto al 26 novembre 2010.

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