- i retroscena sulla crisi Russia-Ucraina vengono scritti solo da Berlino, Parigi e New York. Non proprio il modo migliore per osservare la realtà a 360 gradi. Infatti, mentre tutti affermano che Biden e Sholz hanno costretto Putin a trattare, Lucio Caracciolo - che di politica estera na capisce - sostiene l’esatto contrario. Ovvero che è lui il vincitore tattico su un Occidente diviso. Chi avrà ragione?
- sulla vicenda Report, l’avvocato di Ranucci spiega che sulla questione delle fatture fittizie e delle entrature coi servizi segreti in quei video Sigfrido stava bluffando. Può darsi. Ma allora tutti i servizi prodotti da inchieste giornalistiche che includono telecamere nascoste sarebbero da annullare. Al diretto interessato, pizzicato con le mani nella marmellata, per salvarsi la faccia basterebbe dire: stavo bluffando
- differenze tra Tommaso Cerno, il cui ex compagno pare si facesse spedire cocaina a casa, e Luca Morisi, pizzicato con un po’ di droga in casa sua in parte portata da escort. Per il primo i giornali si sono giustamente limitati a riportare la notizia e prendere per buona la spiegazione del senatore e giornalista. Garantismo, sempre. Per il collaboratore di Salvini invece un giornale (Repubblica) titolò “Morisi, droga dello stupro”, sebbene non l’avesse procurata lui. Che culo essere di sinistra
- Concita De Gregorio prende di mira Cerno per la questione della droga. Ma come spesso accade, non si capisce nulla. Ma almeno lei non ha fatto figli e figliastri
- Macron va a Mosca da Putin. Sholz fa lo stesso. Noi invece annunciamo che presto proveremo a organizzare un incontro tra il premier Draghi e lo Zar. A me sembra che l’Italia sia un passo enorme indietro ai partner europei, almeno in questa partita. Eppure dipendiamo in larga parte dal gas russo e ci farebbe molto comodo evitare l’escalation
- il papa più citato del millennio sui giornali progressisti, Francesco, che nessuno manca mai di riportare se si parla di migranti, gay o ambiente, incredibilmente viene quasi snobbato quando difende il diritto alla vita e disconosce l’eutanasia. Ma guarda un po’ tu il caso…
- leggetevi il resoconto dell’audizione dell’allora pm di Siena, Aldo Natalini, sulla morte di David Rossi. L’ex capo della comunicazione di Mps fu sottoposto a perquisizione. "Con il senno di poi - ha detto il pm - abbiamo capito quanto poteva essere invasivo quell'atto che ne ha turbato la psiche”. Sapete perché? “Rossi non è mai stato iscritto nel registro degli indagati e mai è stato oggetto di richiesta di iscrizione, era soggetto terzo rispetto alla persona sottoposta ad indagini”. Era innocente, insomma, non v’era motivo per scartabellare tra le sue carte. Se non il fatto che i pm cercavano la sua corrispondenza con Mussari, che era indagato. Ecco: quando i magistrati si muovono, perquisiscono, requisiscono, intercettano, sappiano che intromettersi nella vita di una persona può avere effetti gravi. E che bisogna agire con la massima discrezione. Come spesso non avviene in Italia
- sul caso David Rossi un carabiniere Pasquale Aglieco dice che il cestino con dentro alcuni biglietti strappati sarebbe stato rovesciato sul tavolo. Il pm Nadalini invece assicura che non fu affatto rivoltato. Entrambi affermano di essere stati dentro quella stanza nello stesso momento. Ci sta sfuggendo qualcosa?
- il gup di Brescia ha rinviato a giudizio Piercamillo Davigo accusato di rivelazione di segreto d’ufficio per aver divulgato i verbali di Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria. Lui ovviamente si dichiara innocente. E adesso le malignità si sprecheranno. In primis perché oggi è il Trentennale di Mani Pulite. E poi com’era quella storia dei “colpevoli che l’hanno fatta franca”?
- ricordo una volta in cui Davigo disse: “L’errore italiano è stato sempre quello di dire aspettiamo le sentenze. Se invito a cena il mio vicino di casa e lo vedo uscire con la mia argenteria nelle tasche non devo aspettare la sentenza della Cassazione per non invitarlo di nuovo”. Serve aggiungere altro? Chi di spada...
- il mondo dei tribunali è qualcosa di meravoglioso. Oggi il legale di alcuni ladri che a Napoli hanno realizzato una rapina in mascherina, ha provato giustificare il fatto che avesse il Dpi addosso affermando che il malvivente voleva “tutelare la salute delle vittime”. Risultato: due anni di carcere con pena sospesa. Ma per il bandito eh, non all’avvocato
- il governo va sotto quattro volte in Parlamento e il premier si infuria. Draghi è andato da Mattarella e ha fatto sapere ai partiti che o garantiscono i voti o lui un lavoro se lo trova da solo. Va bene. Però fa specie sentire i giornali scrivere, senza contestare alcunché, che l’ex presidente della Bce ha voluto far sapere ai leader che “se tutto precipita e si va a votare, l’Italia rischia di non incassare gli aiuti miliardari del Pnrr”. Perché magari sarà anche realistico, ma esiste nel mondo una cosa chiamata democrazia in cui quando non v’è alcuna maggioranza in parlamento si va al voto. Attività che in teoria sarebbe una cosa seria, legittima, quasi sacra. E non la so può tenere sotto ricatto a suon di recovery fund
- approvata la norma che permette ai non vaccinati che abitano in Sardegna e Sicilia di prendere l'aereo e il traghetto anche senza super green pass. Notizia che farà contenta (forse) la famiglia di Roma che da un mese è bloccata ad Alghero dove erano andati a passare le vacanze natalizie. Il figlio 17enne, non vaccinato per motivi di salute, non era in possesso del green pass rafforzato e dunque non poteva salire né sull'aereo né sul traghetto. Oggi il direttore generale del ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha concesso la "grazia" al minorenne, firmando l'autorizzazione speciale. Il ministero ha pensato per lui un protocollo speciale, manco fosse una bomba biologica con le gambe: prima del viaggio dovrà farsi un test molecolare, poi allo sbarco altri due.
La famigliola è bloccata ad Alghero dal 10 gennaio, data in cui è entrata in vigore la norma del super green pass, e la deroga è arrivata solo oggi. Beffa delle beffe, proprio nel giorno in cui il Parlamento permette a tutti di salire sui mezzi pubblici. Siamo un Paese da barzelletta- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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