I terroristi seminano il panico in Europa e la polizia italiana è azzoppata dalle continue carenze di mezzi e di personale.
L'allarme arriva da una delle regioni-chiave per il contrasto all'estremismo: quella di Trieste. Dove il procuratore capo Carlo Mastelloni ha lanciato un sos che mette i brividi: "Ci troviamo in una zona di confine, bisogna fare attenzione. Non posso non sottolineare che a Trieste c’è una scopertura di organici del 30 per cento di Guardia di finanza, Carabinieri e Polizia, non è concepibile in un contesto come questo."
Il tutto in uno scenario del tutto particolare: l'intero Friuli-Venezia Giulia è particolarmente esposto alle infiltrazioni terroristiche rese possibili dai massicci flussi migratori che transitano, in parte, anche da Bosnia e Kosovo. Zone cioè in cui la presenza di radicalisti islamici è nota e comprovata.
A questa situazione drammatica fa eco quella emersa a Brescia, dove la polizia stradale ha lanciato un appello tramite il sindacato Siulp. Il parco automezzi della polstrada bresciana è drammaticamente sguarnito: delle trenta autovetture previste se ne possono utilizzare appena tre.
"Attualmente - denuncia il segretario provinciale Rosario Morelli - la Sezione e i Reparti dislocati in provincia sono in grado di impiegare per la viabilità ordinaria 7 auto e 6 moto. In realtà, per quanto riguarda le autovetture, solo quattro risultano operative di cui la Fiat Freemont è in prestito da Milano. Delle altre tre, una è ferma in attesa di riparazione, mentre le restanti due sono a disposizione dell'Autocentro lombardo in stato di fuori uso.“
Non va meglio se si analizza il dato delle motociclette: su venti disponibili sulla
carta se ne possono impiegare appena sei, che peraltro sono vecchie di dodici anni e hanno percorso in media 316mila chilometri."Com'è possibile dare la caccia ai terroristi, se mancano persino le auto necessarie per farlo?
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