Si grida al razzismo nei confronti dei meridionali. Un insegnante e la moglie, originari di Cosenza, costretti a trasferirsi a Sanremo per una cattedra assegnata al docente, si sono visti sbattere la porta in faccia per una casa in affitto. La notizia è apparsa sulla “Gazzetta del Sud”.
A denunciare il tutto la moglie dell'uomo. Sì perché se la “buona scuola” di renziana memoria decide che un insegnante calabrese debba trasferirsi in Liguria, non è detto che i proprietari delle case, al Nord, siano accoglienti.
Secondo la notizia data dal sito on line del giornale, la moglie del giovane docente, pare abbia esordito così nella sua denuncia: “Come si può pretendere l'accoglienza degli stranieri se ancora oggi, al Nord non vengono fittate le case ai meridionali?”. Un'opinione che genera, inevitabilmente, una suggestione.
Appena saputo del trasferimento, la donna ha trovato una casa che facesse al caso loro su internet, consultando il sito di un'agenzia immobiliare. La casa era disponibile da subito e, a quanto pare, la proprietaria era felice che ad andarci ad abitare fosse un insegnante. Come se la posizione sociale fosse un requisito decisivo nell'universo perbenista del Belpaese forse addirittura più della puntualità nel pagamento del fitto mensile.
L'affare sembra chiuso. Invece, dopo aver visto i documenti di marito e moglie, la proprietaria pare abbia fatto dietrofront, rifiutando la stipula del contratto. Per farla breve, la proprietaria aveva cambiato idea.
Delusa, la moglie del docente ha, così, concluso deducendo: “Forse non siamo venuti bene nelle foto sui documenti o
più probabilmente siamo calabresi”. Qualcosa che rimanda al tempo delle migrazioni interne, quando l'Italia "terrona" garantiva con la sua manodopera ricchezza e benessere al nord, pur non fittandosi case "ai meridionali"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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