Dopo l'ennesima ondata di sbarchi, la Sicilia è al collasso. Sale il livello di allerta e anche la preoccupazione tra i soccorritori e gli uomini della guarda costiera per le continue aggressioni che devono subire da parte degli scafisti o dei pesactori in porto. L'ultimo episodio riguarda il Comandante della Capitaneria, Massimo Di Marco aggredito da alcuni pescatori dopo il sequestro a Portoempedocle, in Sicilia, di un peschereccio. Solo due settimane fa gli uomini della Guardia costiera a bordo di una motovedetta mentre stavano soccorrendo 130 migranti alla deriva su un gommone sono stati avvicinati da un motoscafo con a bordo uomini armati pronti a fare fuoco contro la motovedetta. Episodi che hanno portato all'esasperazione il personale della guardia costiera impegnato nelle operazioni di salvataggio in Sicilia.
Per questo il Cocer della Guardia Costiera chiede che ai militari del Corpo venga concesso lo status di Forza di Polizia e, ovviamente, il relativo armamento. "Il Comando Generale ha cercato di dare una risposta e negli anni 2008/2010 con l’ammiraglio Pollastrini, che disciplinò con una circolare l’uso delle armi di reparto, ma a determinate condizioni e in casi circoscritti - spiega il maresciallo Antonello Ciavarelli, delegato del Cocer al Tempo - Tale circolare al personale non basta più".
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