C'è un filo conduttore che lega le Ong, l'Italia e la crisi di governo che ha portato al ribaltone di Giuseppe Conte. L'asse franco-tedesco e, in particolare, la Francia. Perché queste "entità umanitarie", in questi anni, sono diventate più di semplici organizzazioni: sono armi. Armi in grado non solo di modificare la politica migratoria di un continente, come dimostrato dagli accordi di Malta e dall'impatto sulle elezioni nazionali ed europee, ma anche in grado di avvantaggiare un Paese rispetto a un altro. E a Parigi, inutile negarlo, le connessioni tra Ong e Stato sono parecchie così come è impossibile negare il loro peso nella nostra pollitica.
Come racconta La Verità, Ocean Viking, gestita da Sos Mediterraneée e Medici e senza frontiere, è un caso a dir poco emblematico. Perché queste due organizzazioni hanno degli indiscutibili legami con la politica francese a tal punto sa non poter considerare enti estranei alla strategia d'Oltralpe. Sos Mediterranée ha ricevuto fondi dal comune di Parigi: ben centomila euro per salvare migranti nel Mediterraneo. E la stessa capitale francese aveva elargito fondi pubblici già nel 2016 (25mila euro) e nel 2018 (30mila euro). Soldi dello Stato quindi, pubblici, e che sono entrati a far parte del "tesoro" con cui l'organizzazione recupera migranti tra Libia, Malta e Italia e impone sbarchi nonostante le leggi più severe di un governo.
E visto che la stessa gestiva quella nave Aquarius che, nel 2018, mise alla prova l'allora governo gialloverde e il ministro dell'Interno Matteo Salvini, tutto fa pensare che queste entità abbiano un ruolo nella politica europea. E soprattutto nel fare gli interessi del centrosinistra francese (che le finanzia, pubblicamente, e le incoraggia politicamente a proseguire nel loro lavoro nel mare antistante la Libia).
Del resto i legami politici sono ben noti. Sos Mediterranée prende soldi pubblici, mentre Medici senza frontiere è stata fondata, tra gli altri, da una vecchia conoscenza di Emmnauel Macron: Bernard Kouchner. Un uomo per tutte le stagioni che ha avuto anche un passato come ministro di François Mitterrand per poi passare brevemente anche con François Fillon.
Amicizie che contano, quindi. E se a questo legame con Parigi si sommano le strane connessioni della Sea Watch con gli interessi tedeschi, qualcosa non torna. O meglio, qualcosa torna, ma non piacerà alle anime belle che credono nell'assoluta innocenza delle organizzazioni che recuperano migranti. Quando la nave Sea Watch 3 sfondava il blocco a Lampedusa mettendo in pericolo i nostri militari, la "Capitana" Carola Rackete, osannata da gran parte della sinistra, rivelò a distanza di qualche giorno che fu lo stesso ministro dell'Interno Horst Seehofer a chiederle di "far registrare e portare tutti i clandestini a Lampedusa". Lo ammise candidamente in un'intervista alla ti tedesca Zdf. E, come spiegato da ilGiornale.it, "la presenza dei due giornalisti della Ard aveva spinto Maaßen a ipotizzare un diretto coinvolgimento del governo tedesco nelle operazioni di 'salvataggio' della Sea Watch".
Una verità confermata dallo stesso ex capo dei servizi tedeschi a InsideOver, in un'intervista in cui confermò che "alcuni Paesi europei sono segretamente soddisfatti della destabilizzazione". E queste organizzazioni destabilizzano: questo ormai è chiaro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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