Il Csm va oltre i suoi poteri: no alla responsabilità delle toghe

Senza la richiesta del ministero della Giustizia, il Csm esprime un parere sull’emendamento alla legge comunitaria 2010 che inserisce la responsabilità civile dei magistrati. Il Consiglio boccia la norma: "Provocherebbe una lesione dell’indipendenza delle toghe". Il documento ora dovrà essere limato in alcuni punti e soltanto nelle prossime settimane sarà presentato al vaglio del plenum. Il Pdl non ci sta: "Dal Csm arrivano solo pareri a prescindere"

Il Csm va oltre i suoi poteri: 
no alla responsabilità delle toghe

Roma - Non spetta al Consiglio discutere le proposte di legge all’esame del parlamento senza la richiesta del Guardasigilli. Ma al Csm non importa. E, nonostante la lettera al vicepresidente Michele Vietti per esprimere "radicale dissenso" dinnanzi alla volontà di esprimere un parere sulla norma al vaglio delle Camere (leggi l'articolo), il Csm ha tirato dritto e valicato i suoi poteri. Oggi è stato, infatti, approvato dalla Sesta Commissione un documento molto critico. Il Consiglio ha bocciato l’emendamento alla legge comunitaria 2010 relativo alla responsabilità civile dei magistrati.

Lo strappo del Csm Nel parere approvato a larga maggioranza con il voto contrario del laico del Pdl Niccolò Zanon, la norma in questione provocherebbe una lesione dell’indipendenza dei magistrati. L’emendamento Pini, inoltre, secondo la Commissione di Palazzo dei Marescialli, introduce una novità che non ha alcun riscontro nel diritto europeo e incide fortemente sulla serenità di giudizio dei magistrati. Secondo la Sesta Commissione, inoltre, una riforma di questo tipo non è necessaria neanche alla luce di quanto stabilito dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea. Il documento ora dovrà essere limato in alcuni punti e soltanto nelle prossime settimane sarà presentato al vaglio del plenum.

Il Pdl: "Dal Csm pareri a prescindere" Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, apprende dalle agenzie di stampa la bocciatura della Sesta Commissione in cui sostiene tra l’altro che le sentenze della Corte di giustizia europea non imporrebbero le modifiche normative allo studio della maggioranza.

"Come se l’Europa fosse una sorta di Gerit-Equitalia che iscrive ipoteche e il Parlamento italiano una specie di notaio che debba limitarsi a compilare il modulino per estinguerle, e non già il titolare del potere legislativo che se ritiene può modificare una norma anche al di là di ciò che l’Europa gli chiede (e indipendentemente dai pareri non richiesti dell’organo di autogoverno della magistratura) commenta Quagliariello - notiamo inoltre che l’emendamento Pini, oggetto del documento del Csm, è notoriamente in fieri". "Come direbbe Totò - conclude l'esponente del Pdl - dai pareri preventivi ai pareri a prescindere".

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