Antonia Klugmann è nata a Trieste il 2 settembre 1979, da una famiglia di medici. Frequenta il liceo classico, poi si iscrive a Giurisprudenza a Milano, ma a metà del percorso molla tutto per entrare nelle cucine da autodidatta. Dopo anni di apprendistato e un incidente stradale che la ferma a lungo, nel 2006 apre l’Antico Foledor Conte Lovaria a Udine, prima sua esperienza imprenditoriale.
Dopo lavora a Venezia, dapprima al Ridotto e poi a Venissa, e nel frattempo lavora alla costruzione di un ristorante in un terreno da lei acquistato a Dolegna del Collio, che apre nel dicembre del 2014, l’Argine a Vencò, dove ci sono anche alcune stanze molto curate. Qui, grazie anche alla sorella Vittoria, più giovane di quattro anni, che dirige la sala e il ristorante, conquista quasi subito una stella che ha confermato per gli anni successivi, ed è sempre in odore di seconda.
La sua cucina è profondamente legata al territorio in cui lavora e alla sua conoscenza, alla sostenibilità interpretata con convinzione e profondità e non per moda, alla valorizzazione degli elementi vegetali, che si procura anche attraverso la tecnica del foraging. Non ha piatti “signature” perché crede in una cucina in continua evoluzione, che non citi sé stessa. Attualmente propone due menu, uno da dieci portate a 140 euro (Territorio: Vita in movimento) e uno meno avventuroso da sette portate a 110 euro. Non c’è un menu alla carta, ritenuto poco idoneo a raccontare il pensiero della chef.
Antonia Klugmann ha anche partecipato come giudice alla settima edizione di Masterchef Italia, andata in onda tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, sostituendo in quel caso Carlo Cracco. Ieri a Milano è stata la prima donna a ottenere i cinque cappelli dell’Espresso, entrando nel Gotha assoluto della ristorazione italiana.
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