Como, quel ramo del lago tutto da mangiare

Nel territorio lariano il turismo di lusso ha portato al fiorire di molti ristoranti di ottimo livello, a partire dai quattro stellati Kitchen a Como, Materia a Cernobbio, Il Sereno al Lago a Torno e Bianca sul Lago a Oggiono

Como, quel ramo del lago tutto da mangiare

Se c’è una zona della Lombardia che può far concorrenza all’offerta di Milano, ebbene è il lago di Como: terra di un turismo ricco, che negli ultimi anni ha incoraggiato la nascita di molti ristoranti interessanti, spesso vista lago, che spesso reinterpretano le tradizioni con creatività e fantasia.
Partiamo da Como, capoluogo di provincia adagiato sul fondo del ramo ovest del lago. E partiamo da Kitchen (via per Cernobbio, 41A), una stella Michelin, nel parco dello Sheraton hotel, dove il giovane chef Andrea Casali propone una cucina di materie prime molto fresche e sottoposte a cotture molto rapide e leggere, per un’idea totalmente italiana innervata da tecniche internazionali. Il menu degustazione, di cinque portate, è una playlist della carta: Rapanelli in Umeboshi, fragole, yogurt e sesamo, Scampo mi-cuit, topinambur , beurre blanc e quinoa soffiata, Bottoni al Parmigiano Reggiano, foie gras, pera, aceto balsamico, Coniglio di Carmagnola, vichyssoise e ragout di morchelle, Frutto della passione, namelaka al timo, sorbetto alla mela e zenzero, clorofilla di menta. Antipasti e primi sui 34 euro, secondi di carne e di pasce dai 45 ai 50, dolci a 18.Buona carta dei vini, molto solita. Servizio impeccabile.

Sempre a Como sta facendo un buon lavoro lo chef Stefano Mattara del Sottovoce del Vista Palazzo lago di Como hotel (piazza Camillo Benso conte di Cavour, 24), con la sua cucine neoclassica di ispirazione territoriali ma con richiami a tutta l’Italia. Il menu degustazione (160 euro) è un viaggio vertiginoso, che ha gli episodi salienti nella Pernice rossa, cavolo viola fermentato, funghi, luppolo e nel piatto Nord, Centro e Sud, pensato nel 2016: Riso Carnaroli Riserva San Massimo con burrata affumicata, arancia fermentata, gambero rosso di Mazara, granella di pistacchi, aroma all’arancia rossa e gamberi. Poi le Animelle, cornflakes, miele, melograno, lenticchie e per dolce il Gin tonic al piatto. Carta dei vini molto spostata sul Nord. Sempre a Como mi sento di consigliare anche Feel (via Diaz, 54), per provare la personale visione della cucina di territorio di chef Federico Beretta che lavora su erbe, pesce di lago e selvaggina; e Comi 107 (via Borgo Vico, 107), un piccolo locale gestito dalla composta dallo chef Federico Comi e dalla moglie Tiani Taurisano.

Spostiamoci a Cernobbio. Qui troviamo uno dei ristoranti di punta di tutto il territorio lariano, Materia (via Cinque Giornate 32), una stella Michelin, dove il giovane chef Davide Caranchini sciorina una cucina tecnica e raffinata con una notevole propensione alla parte vegetale. I suoi abbinamenti sono arditi e spesso sorprendenti come l’Insalata alla griglia e tartufo nero, il Risotto affumicato, betulla e olivello spinoso, il Lucioperca, elicriso, burro nocciola, limone e biete e il Midollo e zafferano che, badate bene, è un dessert. Tre menu degustazione: Green Power a 100 euro, Revolution Revival a 100 euro (5 assaggi) o 120 (7) e Untitled, il più lungo e avanguardistico a 170. Sempre a Cernobbio ecco Casa Perrotta dei bravi fratelli di origine campana Sossio e Daniele (via Cinque Giornate, 72) e La Veranda dell’hotel Villa d’Este (via Regina, 40). Ed eccoci nella nobile Bellagio: qui le vette gastronomiche sono assicurate dal Mistral al Grand Hotel Villa Serbelloni (via Olivelli, 1), un ristorante elegante con una cucina moderatamente creativa, che punta ad accontentare una clientela internazionale senza pretese avventuriste. E Alle Darsene di Loppia, un piccolo ristorante in un imbarcadero vicino a Villa Melzi (via Melzi d’Eril) che fa una buona cucina rassicurante.

Si torna alla creatività spostandosi a Torno, dove al ristorante Il Sereno al Lago, un ristorante stellato di un hotel contemporaneo di grande eleganza, lo chef campano Raffaele Lenzi offre una cucina di grandissima creatività, che declina spunti di ogni genere e con mille contaminazioni. Tre menu (l’Omakase a 210 euro, l’Omaggio alla Tradizione a 165, Vegetali, Tuberi e Radici a 160), oltre a una bella carta. Nella quale spiccano Ricciola in ceviche, finocchio e codium, Carota, mandorla, prezzemolo e uova di trota affumicate, Spaghetto al burro di nocciole e capperi, Risotto, Caciocavallo Podolico e limezza, Tortello di ghiande ripieno di genovese di maiale, tarassaco e salsa ponzu e Come uno spezzatino. Servizio soave, bella carta dei vini, d’estate si può cenare sulla terrazza vista lago.

Altro ristorante iconico (e stellato) sul lago lariano è Bianca sul Lago nell’omonimo relais a Oggiono (via Dante Alighieri, 18) con la cucina elettrica e spiazzante del giovane e talentuoso chef Emanuele Petrosino. Ben quattro i percorsi: Terra mia… (135 euro), il marinaro Tinte di blu (150), il vegetale Green (110) e La Stanza dello chef (205), un vero viaggio travolgente. Tra i piatti in evidenza Ricomincio da tre: spalla, guancia e animella di Fassona; Spaghettone Gerardo di Nola ai miei pomodori terramagna del Vesuvio; Milanese di rombo al Franciacorta con salsa ai caviali lombardi.

Altri ristoranti da provare sono Filo al Filario hotel di Lezzeno (sp 583, località Bagnana, 96), chef Alessandro Parisi; L’Aria al Mandarin Oriental a Blevio (via Caronti, 69), chef Massimiliano Blasone; Lago al Grand Hotel Victoria di Menaggio (via Benedetto Castelli, 9); Acquadolce a Carate Urio (via Regina, 26), chef Carmelo Sciarrabba; Radici Restaurant a San Fermo della Battaglia (via Henry Dunant, 1), chef Mirko Gatti.

Da segnalare ancora La Terrazza Gualtiero Marchesi al Grand Hotel di Tremezzo (via Regina, 8), l’unico ristorante in Italia (e al mondo) autorizzato a riproporre i piatti del grande maestro della cucina italiana, dal Riso oro e zafferano al Dripping di pesce, dal Filetto di vitello alla Rossini al Raviolo aperto.

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