Auto in panne, Renault è "spazzatura"

Nell'Ue persi 1,5 milioni di veicoli, S&P usa la scure. E per Fca prove di ripartenza

Auto in panne, Renault è "spazzatura"

Da un lato si è sommersi da dati e stime apocalittici, dall'altro ci si prepara alla graduale ripartenza, tenendo sempre presente lo stato comatoso dell'economia, le imprese che rischiano il ko e i tanti posti di lavori in bilico. Una situazione drammatica che vede l'automotive tra i settori più esposti. Si mette male, in questi giorni, soprattutto per Renault (nel 2019 partner sfumato di Fca), da luglio affidata a Luca De Meo. S&P ne ha infatti tagliato il giudizio a livello «spazzatura», aspettandosi un ulteriore peggioramento del profilo finanziario per gli effetti del Covid-19.

La mossa dei francesi: assemblea rinviata a giugno e cedola cancellata. S&P si è espressa anche su Psa, futuro socio di Fca, riducendo l'outlook da stabile a negativo.

Intanto, è bastato meno di un mese di serrata delle fabbriche per far dire ad Acea, l'Associazione europea dei costruttori, che le linee ferme a causa del Covid-19 hanno portato a una perdita di produzione per circa 1,5 milioni di veicoli. La cifra (auto, camion, furgoni, bus e pullman) è aumentata di 1,2 milioni di unità in una sola settimana. E questo numero potrebbe salire ulteriormente se gli stop saranno prolungati o in chiusura di più impianti.

La durata media dell'arresto in tutta l'Ue è attualmente di 18 giorni lavorativi, per quasi 1,4 milioni di addetti a oggi coinvolti. Ma se si calcola anche l'indotto, i numeri sono più alti. In Italia la perdita di produzione stimata ammonta a 79.803 veicoli (quasi 70mila le persone interessate). Unrae, da parte sua, ha fatto il punto sulle vendite nei 5 mercati europei più importanti, con l'Italia messa peggio. «In queste aree - anticipa Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae - le vendite di marzo risultano scese del 56%, con una perdita di quasi 750mila unità; l'Italia registra il risultato peggiore (-85%), seguita da Francia (-72%), Spagna (-69%) e, a grande distanza, Regno Unito (-44%) e Germania (-38%). Ipotizzando per gli altri 25 mercati un calo analogo, nell'ordine del 45/55%, il rosso complessivo in Europa ammonterebbe a quasi un milione di unità». Allarme anche per i camion: -40,5% a marzo in Italia, ma per il presidente di Unrae Veicoli Industriali, Franco Fenoglio, «il peggio deve ancora venire». Per contrastare questa congiuntura estremamente negativa, non resta che cercare di ripartire.

Il via libera, in casa Fca, per Atessa (furgoni), Mirafiori (Fiat 500 Elettrica) e Melfi (Jeep Compass e Renegade ibride) potrebbe arrivare il 14 aprile, ma tutto dipende dalle disposizioni del governo. In attesa di riavviare le linee, Fca e i sindacati hanno siglato un accordo relativo alla sicurezza e la salute dei lavoratori, «cioè le priorità principali per noi», come ricorda Pietro Gorlier, responsabile di Fca per l'Europa. «Abbiamo lavorato con esperti del settore e i sindacati - aggiunge - per rafforzare tutte le misure con l'uso dei più avanzati strumenti di prevenzione e un forte impegno sulla formazione delle persone per la loro applicazione». L'intesa prevede, tra l'altro, che prima dell'avvio delle linee, sarà inviato a ogni addetto, tramite WhatsApp ed email, un pacchetto di informazioni con le misure da adottare.

Saranno anche fornite informazioni per la gestione di possibili sintomi di Covid-19 e le attività di prevenzione da adottare. Controlli rigidi, inoltre, agli ingressi di ogni sito e misurazione della temperatura. Proseguirà anche il remote working dove compatibile.

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