Le misure del governo per ridurre gli effetti del caro energia

Il prezzo delle forniture energetiche è fuori da ogni controllo e nei prossimi mesi è destinato a salire ancora. Ecco cosa sta facendo il governo e cosa intende fare nel prossimo futuro

Le misure del governo per ridurre gli effetti del caro energia

Il prezzo al rialzo delle energie è tema di discussione e preoccupazione da mesi. Il gas ha superato quota 300 euro per megawattora e, secondo i pareri di diversi analisti, la sua corsa al rialzo non è ancora finita. In Italia circa il 46% dell’energia elettrica è prodotta con gas naturale, questo spiega perché il prezzo del gas determina quello delle forniture di corrente elettrica. Ad appesantire il quadro c’è il costo dei carburanti il quale, anche se in modo altalenante, è anch’esso salito sul carro dei rialzi.

Il governo ha nel tempo attuato diverse misure per cercare di lenire gli effetti del caro-energie e altre misure sono al vaglio sia dell’attuale esecutivo e degli esponenti che daranno un volto all’esecutivo che gli italiani disegneranno a matita nelle urne il prossimo 25 settembre.

Caro energia, il punto della situazione

La riduzione di 30,5 centesimi del prezzo per ogni litro di benzina e di gasolio rimarrà in essere fino al 20 settembre. Una misura che costa ogni mese circa un miliardo di euro e che è al vaglio delle forze politiche per essere mantenuta anche nei mesi a venire.

Il decreto Aiuti bis ha confermato anche per il terzo trimestre del 2022 il credito di imposta sui maggiori costi delle bollette pari al 25% per le imprese che usano ingenti quantità di energie e del 15% per le altre. Un piano per il quale il governo ha stanziato 3,4 miliardi di euro. Appannaggio delle imprese costrette a limitare o fermare la produzione a causa dei costi delle energie, si parla della possibilità di avviare programmi di cassa integrazione gratuiti ma le eventuali misure saranno soprattutto di competenza del prossimo esecutivo.

Le misure per le famiglie

Durante i primi sei mesi del 2022 è stato previsto il saldo delle bollette con pagamenti dilazionati fino a 10 rate e questa misura potrebbe essere estesa anche ai mesi seguenti. Il pensiero dominante sostiene però che questo sia soltanto un modo di spostare il problema nel tempo e non di risolverlo, motivo per il quale si sta ipotizzando un ampliamento del bonus sociale per le famiglie con redditi fino a 12mila euro.

È costantemente al vaglio un piano per imporre limitazioni nei consumi, come per esempio la riduzione delle ore di accensione degli impianti di riscaldamento e la relativa diminuzione delle temperature interne permesse. Allo stesso modo si parla con regolarità della messa in funzione dei rigassificatori, argomento che rimbalza ovunque e che merita un approfondimento. Il rigassificatore permette al gas di guadagnare lo stato gassoso ed essere inserito nei gasdotti dopo essere stato reso liquido per facilitarne il trasporto via mare.

Ci sono tuttavia delle differenze di sostanza, la prima delle quali risiede nelle risorse da destinare a queste misure: mentre il governo Draghi vuole rispettare il più possibile le esigenze di bilancio preoccupandosi prima di trovare le risorse da destinare alle misure, le forze politiche che si contendono le preferenze dei cittadini si dicono disposte a operare scostamenti, dichiarandosi quindi disposte ad aumentare il deficit per andare incontro alle necessità di imprese e famiglie.

La legge di Bilancio dovrà essere approvata dai neoeletti poteri e potrebbe essere una profonda trincea nella quale si daranno

battaglia le forze di governo e quelle all’opposizione. Le coperture finanziarie possono diventare un ulteriore pomo della discordia in un contesto già provato dall’economia austera che mina la stabilità di aziende e famiglie.

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