Carlos Tavares, ad di Stellantis, sarà oggi a Torino per incontrare i rappresentanti delle istituzioni e i vertici dei sindacati metalmeccanici. Quindi, il top manager portoghese vedrà a Mirafiori i giornalisti. Il focus, ovviamente, verterà sugli impianti di Torino e il futuro del polo produttivo italiano di Stellantis. Sul tavolo anche l'impatto della crisi energetica, alla luce dell'austerity già messa in conto da Bruxelles, insieme al caro materie materie prime e la carenza di componenti, tenendo conto dei piani e degli investimenti sulla mobilità elettrica da poco annunciati.
Queste alcune delle domande alle quali Tavares dovrà dare una risposta.
1) Come pensa di produrre direttamente energia per gli stabilimenti europei e soprattutto italiani di Stellantis?
2) La situazione di grave crisi energetica e le prospettive nere su economia, imprese e famiglie rischiano di stravolgere le strategie produttive fortemente basate sull'elettrico, almeno nel medio periodo? C'è già chi parla di un possibile nuovo piano «Fit for 55» oltre il 2035.
3) E se lo Stato francese, tra l'altro azionista di Stellantis, fosse costretto a tagliare le forniture di elettricità all'Italia? È vero che l'ipotesi è stata smentita, ma i timori restano.
4) A Detroit, in occasione dell'Auto Show, l'ad di Stellantis ha incontrato il presidente americano Joe Biden con il quale ha parlato di transizione ambientale. Ma i problemi Usa sono diversi da quelli europei.
5) Che futuro avrà Acea, l'Associazione europea dei costruttori di veicoli, dopo l'uscita di Stellantis? Ha qualcosa da rimproverare ad Acea, per esempio l'atteggiamento esageratamente passivo rispetto alle volontà della Commissione Ue in tema di transizione ecologica legata al settore?
6) La strategia di Stellantis in Cina in relazione a possibili sanzioni per e da Pechino legate alle tensioni crescenti sul caso Taiwan. Stellantis ha sospeso, in proposito, l'ingresso del proprio marchio Opel sul mercato cinese.
Vedremo se e come Tavares affronterà questi argomenti. Quello, infatti, che era valido fino al 2020 via via lo è diventato sempre meno. E se l'uscita dai momenti più drammatici della pandemia sembrava riaprire importanti spiragli sulla ripresa economica e la riproposizione dei programmi rimasti forzatamente in sospeso, la guerra in Ucraina, l'effetto sanzioni e tutto le conseguenze a livello sociale che ne conseguono, impongono ora attente riflessioni su ciò che era stato deciso.
E questo riguarda soprattutto un settore, come quello dell'automotive, fondamentale per lo sviluppo europeo e l'occupazione, costretto dalla politica (lo ha detto lo stesso ad di Stellantis) a una radicale trasformazione che però ora si trova a che fare con ostacoli inaspettati. La parola, dunque, a Carlos Tavares.
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