Adesso ci vogliono spennare Così ci fregano con le multe

Nel biennio 2021-2022 le multe dovrebbero essere meno care. Ma lo Stato non ha ancora preparato il decreto ministeriale per tagliarle

Adesso ci vogliono spennare Così ci fregano con le multe

Complice l'adeguamento biennale all'inflazione sulla base delle variazioni dell'indice Istat, nel 2021 le multe stradali, per la prima volta dal 1993, dovrebbero andare incontro a un ribasso. Usiamo tuttavia il condizionale perché, almeno per il momento, non è ancora stata avviata la procedura che dovrebbe portare al decreto ministeriale di fine anno incaricato di fissare i nuovi importi.

L'adeguamento biennale all'inflazione

La situazione rischia quindi di essere paradossale. Nel biennio 2021-2022 le multe potrebbero, sulla carta, essere effettivamente meno care, ma lo Stato non dà alcuna intenzione di volerle tagliarle. O almeno: all'orizzonte, come detto, non c'è traccia della complessa operazione che dovrebbe portare all'adeguamento (al ribasso) delle suddette multe stradali.

Ma di quale adeguamento stiamo parlando? Facciamo un salto indietro nel tempo per ricostruire brevemente la sua storia. Negli anni dispari si tiene quello che viene definito adeguamento biennale. Solitamente si tratta di un rincaro periodico per evitare che, a causa dell'inflazione, i valori delle multe si riducano al punto di essere irrisori (come successe nel 1992).

Rivedere le multe

Come ha sottolineato Il Sole 24 Ore, è importante leggere l'articolo 195 del Codice della strada, che stabilisce come devono essere applicate le sanzioni amministrative pecunarie inerenti alle infrazioni stradali. Il comma 3 dice che l'entità va "aggiornata ogni due anni in misura pari all'intera variazione, accertata dall'Istat, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti".

Detto altrimenti, prendendo in considerazione l'indice riferito a famiglie di operaie impiegati, gli importi devono essere aggiornati sia nel caso di rialzi che di ribassi. Non era mai successo, neppure all'indomani della crisi del 2008, che gli importi, calcolatrice alla mano, subissero un calo. Nel 2015-2016 le sanzioni più frequenti, come la sosta vietata, rimasero invariati.

Una situazione senza precedenti

La situazione attuale è del tutto particolare. Complice la pandemia di Covid-19, l'indice biennale rilevato dall'Istat (relativo al periodo compreso tra l'ottobre 2018 e l'ottobre 2020) si è attestato intorno al -0,4%. Sia chiaro: il valore di base da usare per determinare i nuovi importi delle sanzioni è quello relativo a novembre, da calcolare e rendere noto il 15 dicembre. In ogni caso, poiché non ci sono stati scatti dell'inflazione, l'indice resterà negativo.

La situazione potrebbe quindi essere propizia per assistere a un calo delle multe. Non sarà tuttavia così dato che, con ogni probabilità, gli importi delle multe saranno appena sfiorati con arrotondamenti che li lasceranno pressoché invariati. Forse – ma è soltanto un'ipotesi – è per via della limitata entità dei ribassi che il ministero della Giustizia (cui spetterà scrivere il Dm con i nuovi importi, assieme a Economia e Infrastrtture) potrebbe lasciare tutto invariato.

Eppure il terzo comma del suddetto articolo 195 parla chiaro: i nuovi importi devono essere fissati entro il primo dicembre di ogni biennio.

Certo, i dati Istat arrivano il 15 dicembre ma, solitamente, in questi giorni le procedure per stendere il Dm erano già a buon punto. Per il momento, tutto tace. Due le possibilità: la migliore è che possa esserci un ritardo nel Dm e nell'aggiornamento dei sistemi, la peggiore è che lo Stato pensi di “"tenersi in tasca" soldi non dovuti.

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