Faccia a faccia a Palazzo Chigi tra i sindacati e il governo per sciogliere il nodo pensioni. Il punto centrale del vertice che arriva dopo settimane di dissidi tra l'esecutivo e le sigle sindacali, riguarda l'innalzamento dell'età per la pensione che arriverà a 67 anni dal 2019. Il governo ha presentato un nuovo documento in cui vengono disegnati nuovamente i termini per le categorie che di fatto potrebbero essere esentate dall'innalzamento dell'età. Di fatto il governo ha proposto di evitare il pensionamento a 67 anni per 15 categorie di lavoratori gravosi. Tra queste, nel nuovo piano presentato dal governo, ci sarebbero anche i siderurgici di prima fusione e quelli di seconda. Novità anche sul fronte giovani e donne che invece non erano stati menzionati nella prima stesura dell'accordo. "Siamo convinti che nell’ambito di una legge di Bilancio che già, pur con risorse limitate, viene incontro a numerose esigenze sociali e espresse dal mondo del lavoro, abbiamo messo insieme in queste tre settimane un pacchetto di misure molto rilevante e sostenibile. Dal nostro punto di vista è un buon risultato. Un risultato di cui la condivisione del mondo sindacale è requisito importante. Parliamo spesso dell’importanza del dialogo con le parti sociali, un dialogo che è forte quando produce risultati", ha affermato il premier Paolo Gentiloni. Infine ha aggiunto: "Più sostegno il pacchetto avrà dalle forze sindacali più sarà forte nel trovare spazio compiuto nella legge di Bilancio". E dopo il vertice a Palazzo Chigi arrivano le reazioni dei sindacati.
E così Carmelo Barbagallo, leader di Uil afferma: "Sono stati recuperati alcuni chiarimenti chiesti in precedenza, come la presenza delle parti sociali nelle commissioni, il problema delle donne e dei giovani, un percorso sulla previdenza complementare. Se partiamo dalla valutazione della scarsezza delle risorse, direi che abbiamo fatto il massimo possibile, nelle condizioni economiche date. Ma più importante è che abbiamo aperto una breccia nella rigidità della Fornero, che prevedeva soluzioni uguali per lavori disuguali. Le due commissioni, anche con la partecipazione delle parti sociali, sono proprio la breccia in quella legge sbagliata, perchè alla fine del percorso dovremo tenere conto dei risultati emersi". Ma sul piano nuovo presentato dall'esecutivo arriva lo stop della Cgil. Il segretario generale, Susanna Camusso afferma: "Confermiamo un giudizio di grande insufficienza del testo che oggi ha prodotto con i suoi impegni in Legge di bilancio È un’occasione persa in termini di prospettiva del sistema, pensiamo in particolare ai giovani e alle donne. La Cgil indice per il 2 dicembre la prima mobilitazione".
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