"Etichette sui rischi". Diktat salutista sul vino: l'Italia dice no

In Belgio un piano interfederale impone una stretta agli alcolici dal 2025. L'Italia critica sulla tendenza pronta a diffondersi in Europa Lollobrigida: "Violazione delle regole di mercato"

"Etichette sui rischi". Diktat salutista sul vino: l'Italia dice no
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Il salutismo di Stato produce danni e paradossi. In Belgio, ad esempio, per mettere al bando i calici di vino - ritenuti pericolosi per la salute - si sono bevuti il cervello: il ministero della sanità pubblica del Paese, infatti, ha appena approvato un piano interfederale che impone una stretta agli alcolici dal 2025. Le autorità hanno previsto che vengano stampate avvertenze sanitarie su vini, birre e distillati in merito ai potenziali danni per la salute dei consumatori. Analoghi messaggi dovranno comparire anche negli spot pubblicitari.

Il provvedimento emesso a Bruxelles non è però l'unico di questo genere in Europa. Nel maggio scorso, l'Irlanda aveva imposto limitazioni all'alcol, richiedendo ai produttori di specificare il contenuto calorico dei prodotti etilici, la grammatura di alcol, i danni del consumo in gravidanza e le possibilità di esporsi a malattie del fegato o a tumori. La nuova direttiva belga evidenzia così una tendenza che rischia di allargarsi nel Vecchio Continente, magari con la benedizione dell'Unione Europea che già in passato aveva avallato la controversa iniziativa del nutriscore, ovvero delle etichette "a semaforo" per indicare il grado di potenziale pericolo di un prodotto.

Peccato che l'inflessibile valutazione salutistica non tenesse conto della quantità di alimento ingerita e attribuisse così pagelle negative a prodotti gastronomici d'eccellenza presenti sulle nostre tavole, come il parmigiano o l'olio extravergine d'oliva. Il nuovo andazzo delle etichette sui vini, oggi sbandierato dal Belgio come una conquista, rischia di danneggiare indiscriminatamente un intero settore, facendo cadere la mannaia su bevande che - come accade per altri prodotti - nuocciono alla salute nel caso di un abuso. Proprio per questo, l'Italia ha assunto una posizione scettica nei confronti di questi dogmatismi alimentari non privi di ipocrisie (in Belgio, ad esempio, condannano il vino ma tacciono sulle tipiche patate fritte con oli e grassi animali).

"Il Belgio oggi sembra proporre etichette analoghe a quelle irlandesi per le bevande alcoliche e noi abbiamo formalizzato la nostra contestazione rispetto a una violazione delle regole di mercato", ha così annunciato all'Adnkronos il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Una posizione di buon senso e quasi obbligata per un Paese come il nostro, che esprime qualità ed eccellenze proprio nel mondo della produzione vinicola. "Su questo noi crediamo non tanto di fare gli interessi dei cittadini e degli imprenditori italiani ma di fare l'interesse di tutti quelli che credono in un'Europa che rispetta le regole e che non utilizza le leggi del singolo Stato per danneggiare gli altri stati dell'Unione", ha aggiunto al riguardo l'esponente di governo.

"Informare e contrastare l'alcolismo è un dovere che noi come tutti apprezziamo", ha sottolineato Lollobrigida, spiegando che invece "condizionare il mercato che deve restare nell'ottica dei trattati europei rispettoso delle produzioni e delle identità di ognuno lo riteniamo un metodo non corretto". E infine: "L'Irlanda ha un grande problema di alcolismo non legato al vino ma a un abuso di alcolici, concentrato peraltro in alcuni giorni della settimana, problema che dovrebbe approcciare con una dinamica informativa ed educativa simile a quella che nella nostra cultura assumiamo naturalmente fin da giovani quando i nostri genitori ci educano ad un consumo moderato in un regime di alimentazione bilanciata".

Facile da spiegare e anche da comprendere: praticare una cultura del "buon bere"

(senza eccessi e con attenzione ai prodotti di qualità), è certamente preferibile all'imporre sentenze di natura salutistica rispetto alle quali non è poi detto che segua il riscontro desiderato da parte dei consumatori.

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