Gridare al fascismo piace sempre a sinistra

La sinistra non cesserà di ripetere che al governo ci sono i fascisti, che Giorgia Meloni è un pericolo per la democrazia, che l'Italia, e ora anche l'Europa, è travolta dall'ondata nera

Gridare al fascismo piace sempre a sinistra
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Gentile Direttore Feltri, dopo questa ulteriore vittoria di Giorgia Meloni e del centrodestra, quindi della prova che gli italiani vogliono e confermano Meloni, la sinistra la smetterà di ripetere che in Italia è stato restaurato il fascismo? Non se ne può più di questa solfa.

Italo Piazza

Caro Italo,
no, la sinistra non cesserà di ripetere che al governo ci sono i fascisti, che Giorgia Meloni è un pericolo per la democrazia, che l'Italia, e ora anche l'Europa, è travolta dall'ondata nera, che occorre, allo scopo di salvare la democrazia e le libertà, arginare le destre e roba simile. Quali altre argomentazioni hanno mostrato di possedere i progressisti per fare opposizione? Continuano a cavalcare un tema sterile e superato da decenni, a fomentare una specie di paura di un possibile ritorno al fascismo, ma si tratta di una strategia fallimentare nell'adozione della quale la sinistra si è ottusamente accanita, sebbene essa faccia sempre meno presa ed effetto su un elettorato ormai infastidito da una certa narrazione falsificata e strumentale. Faccio fatica a comprendere tale ostinazione, che evidentemente è frutto di una grave crisi, di una assenza di argomenti, di una mancanza di identità. Si tenta di costruire quest'ultima aggrappandosi ad un passato ormai morto e lontano. Ed ecco allora che si parla di pericolo fascista in tv, sui giornali, sui social network. «Io sono antifascista» è la prima affermazione che senti proferire da qualsiasi candidato o politico di sinistra, come ha fatto Ilaria Salis direttamente dagli arresti domiciliari. E non si va oltre questa dichiarazione ripetuta come fosse un mantra. Meloni è la fascista contro la quale questi valorosi radical-chic combattono. Sta di fatto, tuttavia, che questa presunta fascista è amata dagli italiani, i quali hanno dato prova di riporre in lei una straordinaria fiducia e di essere soddisfatti di come stanno andando le cose in Italia. Chi è incapace di accettarlo rigetta la democrazia e nutre disprezzo nei confronti delle sue regole e altresì del popolo sovrano. I partiti che stanno all'opposizione hanno cercato negli ultimi mesi di persuaderci che gli abitanti della penisola fossero già arcistufi del governo Meloni.

Tu ricordi cosa è accaduto dopo la sparuta vittoria in Sardegna della candidata di sinistra? Si diceva che la maggioranza reale del Paese non corrispondesse più alla maggioranza al potere, si volevano addirittura elezioni anticipate, si sosteneva che il cosiddetto «campo largo», costituito dall'unione di interesse tra Pd e M5s, avrebbe trionfato ovunque tornando alla guida della Nazione. Era tutto falso. Era tutto evanescente, sebbene sufficiente a gonfiare il petto di questi signori qui, Giuseppe Conte e compagnia bella.

Il loro errore più grande: non solo quello di sopravvalutarsi e di avere sempre sottovalutato Meloni, ma anche e soprattutto quello di non avere mai creato un programma politico chiaro, limitandosi allo slogan «allarme fascismo» e all'obiettivo di contrastare i partiti di centro-destra.

Conte ha perso clamorosamente a quest'ultimo giro proprio poiché, anziché innovare e proporre, ha chiesto il voto agli italiani promettendo di fare del reddito di cittadinanza una misura europea.

L'ennesimo tentativo di comprare la fiducia dei cittadini mediante la promessa di denaro. Ma gli italiani non ci cascano più. E sarebbe ora che qualcuno lo comprendesse e si desse da fare per presentare ai cittadini un'alternativa e non la solita pappetta riscaldata.

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