Dall'Ungheria in queste ore è arrivata una delle prime reazioni pubbliche all'elezione di Ilaria Salis in Europa. L'insegnante italiana, da un anno e mezzo detenuta in Ungheria con l'accusa di aver preso parte a un pestaggio nella Capitale, è stata candidata da Avs e ora ci si aspetta la sua scarcerazione in funzione dell'immunità di cui godono gli esponenti del parlamento europeo. "È un'immagine poco positiva della democrazia italiana e di una parte della volontà degli elettori che ha voluto mandare al Parlamento europeo una criminale", ha dichiarato Gergely Gulyàs, il capo di gabinetto del premier ungherese, Viktor Orban, in una conferenza stampa.
Gulyàs ha poi parlato anche dell'immunità che viene invocata dal padre e dai suoi "sponsor" in Europa: "L'immunità si compone di due parti: immunità, inviolabilità. Inviolabilità significa che il procedimento può continuare quando e se la persona non gode dell'immunità o l'ha revocata. Quindi l'autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell'immunità". Questo il pensiero del capo di gabinetto di Orban, secondo il quale "se un'ampia maggioranza del Parlamento europeo non ritiene accettabili gli abusi fisici e non vuole lasciare impuniti questo tipo di grave crimine, allora farà revocare l'immunità".
In quel caso, prosegue Gulyàs, "il procedimento penale potrà proseguire durante il mandato dell'eurodeputato. In caso contrario, potrà continuare allo scadere del mandato". Per il momento, l'insegnante italiana precaria si trova ai domiciliari in un appartamento di Budapest, sotto controllo mediante un braccialetto elettronico che le è stato apposto alla caviglia e che lei ha mostrato anche durante il video elettorale condiviso sul profilo aperto ad hoc prima delle elezioni Europee.
Nel frattempo Salis prepara il suo sbarco a Bruxelles e rilascia interviste di "lotta". Nell'ultima, rilasciata a La Stampa, l'insegnante sostiene "che l'antifascismo è sicuramente il valore politico più forte e rilevante che emerge da questa vicenda, almeno per me. Essere antifascisti vuol dire lottare contro tutte le oppressioni e assumersi la responsabilità storica della lotta per la libertà nell'uguaglianza dei diritti". Una responsabilità da cui, però, sembra voler fuggire per andre ad accasarsi al parlamento europeo con uno stipendio di tutto rispetto.
Quindi, la novella paladina della sinistra ha annunciato: "Voglio mettere al centro della mia azione la tutela dei diritti fondamentali della persona. Voglio dedicarmi a sostenere uomini, donne e bambini vittime di ingiustizie, sfruttamento, violenze, guerra, povertà e discriminazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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