"Non martire, ma delinquente". Chiesta la revoca dell'immunità della Salis

L'annuncio è arrivato dagli eurodeputati ungheresi, seguito poi dalla conferma della stessa Salis: "Auspico che il Parlamento scelga di difendere lo stato di diritto e i diritti umani senza cedere alla prepotenza"

"Non martire, ma delinquente". Chiesta la revoca dell'immunità della Salis
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Da Strasburgo arriva una novità molto importante in occasione della sessione plenaria di fine ottobre del Parlamento europeo: gli eurodeputati dell'Ungheria hannp infatti annunciato che il loro Paese ha chiesto la revoca dell'immunità per Ilaria Salis, accusata a Budapest di lesioni, partecipazione a un'associazione criminale. Questo significa che a breve comincerà un iter che passerà dalle Commissioni, dove la neoparlamentare eletta con Sinistra Italiana verrà ascoltata in audizione, e infine tra qualche mese il voto verrà portato in plenaria.

Proprio pochi giorni fa Salis aveva tenuto un discorso molto duro nei confronti del sistema carcerario dell'Ungheria proprio davanti al premier Viktor Orbán, autore anche di un precedente botta e risposta ravvicinato con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Pochi minuti dopo la comunicazione della notizia da parte dei membri ungheresi, l'attivista quarantenne ha prontamente replicato sul proprio profilo Instagram augurandosi che "il Parlamento scelga di difendere lo stato di diritto e i diritti umani, senza cedere alla prepotenza di una democrazia illiberale in deriva autocratica che, per bocca anche dei suoi stessi governanti, in diverse occasioni mi ha già dichiarato colpevole prima della sentenza".

Ilaria Salis, sempre nel suo post, ha aggiunto che in gioco non ci sarebbe soltanto il suo futuro personale, "ma anche e soprattutto cosa vogliamo che sia l'Europa, sempre più minacciata da forze politiche autoritarie", aggiungendo che forse non è una coincidenza "che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l'operato di Orban". L'eurodeputata chiosa sostenendo che non sussistono "le condizioni minime affinché in Ungheria possa svolgersi un processo giusto. Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tanto meno se antifascista - conclude - Abbiamo già dimostrato cosa può la solidarietà. È tempo di mobilitarsi di nuovo, in nome dell'antifascismo, della democrazia e di una vera giustizia".

Parole alle quali ha immediatamente risposto il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs. "Il fatto che tu ti comporti come se fossi una specie di vittima non è solo sconcertante, ma anche assolutamente disgustoso - ha detto testualmente con un suo post pubblicato su X - . Vorrei chiarirlo ancora una volta: non siete stati arrestati per le vostre 'opinioni politiche', siete stati arrestati e processati per episodi di aggressione armata contro innocenti cittadini ungheresi! Tutta questa farsa è una barzelletta, non sei una democratica e non sei un martire. Sei una comune delinquente".

Qualche settimana fa, a Strasburgo, il premier ungherese aveva attaccato Salis, dichiarando di trovare "assurdo che qui al Parlamento Europeo, alla plenaria, dobbiamo ascoltare tutti insieme un intervento sullo Stato di diritto che abbiamo sentito dall'onorevole Ilaria Salis, che aveva picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche sulle strade di Budapest. E qui parla di Stato di diritto: non è assurdo?". La donna si trova al centro di una vicenda giudiziaria in Ungheria che ha avuto inizio nel febbraio 2023, quando si trovava a Budapest per manifestare contro una commemorazione organizzata da gruppi neonazisti. Durante questi eventi, è stata arrestata e accusata di aver aggredito alcuni militanti di estrema destra.

Salis ha sempre protestato la sua innocenza e ha rifiutato un patteggiamento che l'avrebbe condannata a diversi anni di carcere. Dopo 15 mesi di prigionia (e l'arrivo in tribunale legata a una catena) fu prima posta ai domiciliari e poi scarcerata perché eletta al Parlamento europeo.

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