"C'è ancora chi incolpa Kiev per la guerra". Il duro attacco di von der Leyen a Orban alla plenaria Ue

La presidente della Commissione Ue reagisce duramente al discorso tenuto nell'Aula di Strasburgo dal premier ungherese: "Non sai combattere l'immigrazione illegale in Europa, ma solo buttare i problemi oltre la recinzione del tuo vicino"

"C'è ancora chi incolpa Kiev per la guerra". Il duro attacco di von der Leyen a Orban alla plenaria Ue
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Nella sessione plenaria di questa tre giorni a Strasburgo, l'evento più atteso era sicuramente il faccia a faccia tra Ursula von der Leyen e Viktor Orban all'interno del Parlamento europeo. Il premier dell'Ungheria era atteso nell'Eurocamera per fare un punto della situazione sul suo semestre di presidenza di turno dell'Ue a metà esatta del suo mandato ma, al termine del suo discorso, il capo della Commissione europea ha dato vita a un duro contrattacco contro l'esponente di spicco del gruppo dei Patrioti, rimasti fuori da giochi su tutti i posti istituzionali parlamentari più importanti. "C'è un governo che nell'Ue va nella direzione opposta al mercato unico - ha detto la von der Leyen riferendosi chiaramente alla nazione governata da Orban -. Un governo come può attrarre le imprese l'Ue se discrimina le imprese europee, se le colpisce con ispezioni a sorpresa, aiuta con fondi pubblici solo pochi? E tutto questo mentre il Pil pro-capite dell'Ungheria è stato superato da quelli dei Paesi vicini".

La responsabile dell'esecutivo comunitario, riconfermata tale non più tardi di tre mesi fa per il prossimo quinquiennio, aggiunge che il governo ungherese invita "i russi nell'Ue senza ulteriori controlli aggiuntivi" e questo rappresenta "un rischio per la sicurezza non solo per l'Ungheria ma per tutti e 27. Come può l'Ungheria consentire a forze di polizia cinesi di operare? Questo non significa rafforzare la sovranità europea ma aprire una porta sul retro all'interferenza straniera". Il duro "J'accuse" dell'ex ministra tedesca prosegue con le conseguenze delle "atrocità russe in Ucraina", ricordando come ci sia ancora "chi dà la colpa della guerra non all'invasore, ma all'invaso. Non alla voglia di potere di Putin ma di libertà del popolo ucraino". E per questo motivo Von der Leyen si domanda: "Sarebbe stata data la colpa agli ungheresi per l'invasione sovietica del 1956? O ai cechi per l'oppressione nel 1968? O ai lituani per il giro di vite del 1991? Possiamo avere storie e lingue diverse In Europa, ma non c'è lingua in cui pace è sinonimo di resa".

Orban, in precedenza, aveva parlato della necessità di "proteggere i confini esterni dell'Ue" consentendo l'ingresso nel territorio europeo "solo a coloro che hanno ricevuto in precedenza l'autorizzazione a farlo" mentre i "criminali devono essere rinchiusi", aggiungendo che l'immigrazione illegale sta portando "all'antisemitismo, alla violenza contro le donne e a un aumento dell'omofobia". Ma è proprio su questo particolare punto che la presidente della Commissione europea intende stanare il capo del governo ungherese: "Mi chiedo solo come questa affermazione si adatti al fatto che l'anno scorso le tue autorità hanno rilasciato dalla prigione trafficanti e contrabbandieri condannati prima che scontassero la loro pena - chiosa von der Leyen -. Questo non è combattere l'immigrazione illegale in Europa. Questo non è proteggere la nostra Unione. Questo è solo buttare i problemi oltre la recinzione del tuo vicino".

Orban, una volta ripresa la parola, etichetta come "infelice" l'atteggiamento della Von der Leyen che "ha attirato l'attenzione sulle divergenze tra noi e la presidenza della Commissione, imputandole alla nostra presidenza". Afferma che la Commissione attuale, "anziché essere un custode dei Trattati, è un organo politico, un'arma politica che vuole attaccare i 'Patrioti per l'Europa' e le persone nei Patrioti". Viene inoltre respinto qualsiasi paragone del conflitto ucraino "con ciò che i combattenti per la libertà hanno fatto nel 1956: è un errore e non ha nulla a che fare con ciò che è successo nel 1956 e ciò che sta accadendo in Ucraina. Ora, è un errore completo fare un paragone tra queste due cose".

E poi un avviso chiaro all'Europarlamento: "Avete deciso di trasformarlo in uno scontro politico di partito, e penso che sia molto infelice. Se ci attaccate, difenderemo e difenderò il mio Paese".

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