Pechino - Questa è la barca sacra della canoa italiana. Quella su cui è diventato un mito Antonio Rossi insieme a Beniamino Bonomi. Quella che ha vinto ori e argenti a ripetizione. Andrea Facchin e Antonio Scaduto hanno compiuto una delle imprese olimpiche più belle sulla stessa imbarcazione. Una rimonta folle, negli ultimi 250 metri. Risucchiando gli avversari che erano davanti, Polonia e Ungheria. Gli azzurri erano addirittura settimi dopo i primi 250 metri, quarti ai 500, ma quinti all'ultimo intermedio. Lì è iniziata la rincorsa di Facchin e Scaduto che, tagliato il traguardo, esplodono tutta la loro gioia con un bagno in acqua. Gli azzurri hanno migliorato di circa 4 secondi il tempo stabilito in batteria fermando il cronometro dopo 3'14"750. La medaglia d’oro è andata alla Germania (Martin Hollestein e Andreas Ihle), quella d’argento alla Danimarca (Kim Wraae Knudsen e Rene Holten Poulsen). Facchin esulta: "Non ho parole, incredibile rimonta nel finale. Siamo riusciti a mantenere la tradizione di questa grande barca della canoa italiana". Scaduto non è da meno: "Eravamo troppo convinti, c'ho creduto fino alla fine. Dopo Rossi e Bonomi adesso ci sono Facchin e Scaduto". Poi rilancia: "Abbiamo dimostrato il nostro valore ma non è finita quì - ha concluso - domani c’è il K2 500".
Delusione Rossi Il K4 1000 del portabandiera della spedizione olimpica azzurra con a bordo Antonio Rossi, insieme a Franco
Benedini, Luca Piemonte e Alberto Ricchettisi si deve accontentare della quarta posizione finale. Vana la rimonta degli azzurri (solo ottavi ai 500 metri), che passano quarti ai 750, ma non riescono ad agguantare il bronzo con il tempo di 2’57"626. L'oro va alla Bielorussia (2’55"714) davanti alla Slovacchia (2’56"593) e alla Germania (2’56"676).
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