Garlasco, scontrosulla chiamata di Stasi al 118

Il dibattimento ricomincia dalla discussione sulla superperizia informatica disposta dal gup Stefano Vitelli. Ieri davanti al gup Vitelli i periti nominati dal magistrato. Le tesi confermerebbero l'alibi del giovane imputato

Garlasco, scontrosulla chiamata di Stasi al 118

Vigevano - Riparte dal computer di Alberto il processo per l’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007, nella sua villetta di Garlasco. Ieri per quasi dieci ore i superperiti scelti dal gup Stefano Vitelli, hanno illustrato le loro conclusioni della perizia sul pPc di Stasi, accusato dell’omicidio. Le loro conclusioni sono che Alberto nelle ore in cui Chiara sarebbe stata uccisa era al computer per completare la sua tesi di laurea. Dopo sei mesi di pausa, riparte la vicenda giudiziaria per fare luce sull’omicidio di Chiara Poggi, 26 anni. In questo periodo sono state portate a termine le quattro superperizie disposte dal gup che il 30 aprile, giorno in cui era attesa la sentenza, aveva invece disposto altri approfondimenti. L’udienza, cominciata ieri, è stata aggiornata a oggi.

La chiamata al 118 Il dibattimento è ricominciato da dove era stato interrotto, ossia la discussione sulla superperizia informatica disposta dal gup Stefano Vitelli. A quanto si è appreso all’esterno, perché il processo si svolge a porte chiuse, tra i punti affrontati questa mattina la telefonata di Stasi al 118 quando trovò il cadavere della fidanzata. Ci sono infatti differenze tra la tesi che sostiene che Alberto cominciò a fare la telefonata fuori dalla villetta mentre in macchina raggiungeva la stazione dei carabinieri e la considerazione dell’accusa secondo la quale ci sono elementi, come alcuni rumori di sottofondo, che fanno ritenere che Alberto avesse cominciato la telefonata proprio davanti la caserma. Anche oggi sono arrivati in tribunale i familiari di Chiara, madre, padre e fratello, e Alberto Stasi per assistere al dibattimento.

Ieri i periti L’udienza si è aperta con le eccezioni sollevate da parte civile (i Poggi) e dalla procura sulle superperizie, quella medico-legale, quella informatica, quella chimico-sperimentale e l’esperimento semivirtuale sulla camminata di Stasi in casa Poggi quando scoprì il cadavere della fidanzata. Il gup, Stefano Vitelli le ha respinte tutte, riservandosi di decidere solo su un’eccezione, sollevata dal legale dei Poggi, Gianluigi Tizzoni, in relazione alla perizia medico-legale per mancanza di contraddittorio. Si è quindi entrati nel merito della discussione con l’illustrazione della perizia informatica da parte degli esperti, l’ingegner Roberto Porta e il dottor Daniele Occhetti, nominati da Vitelli. La loro perizia ha in pratica confermato l’alibi di Stasi, che aveva sempre sostenuto che nelle ore in cui Chiara sarebbe stata uccisa, aveva lavorato al computer alla sua tesi.

Stasi in aula Alberto è arrivato in tribunale insieme ai suoi legali, una equipe coordinata dal professor Alberto Giarda e di cui fanno parte i fratelli Giuseppe e Giulio Colli. Prima di loro erano entrati i familiari di Chiara, i genitori e il fratello, i quali stanno seguendo tutte le udienze. Quindi hanno varcato il portone di Piazza Lavezzari gli esperti e i periti. I legali di Stasi non hanno nascosto la loro fiducia. "Siamo tranquilli - ha detto in una pausa del processo Giuseppe Colli -. Tranquilli e determinati ad arrivare alla verità".

Il legale dei Poggi, ha invece sostenuto che nelle superperizie c’è stata troppa soggettivazione. "Paradossalmente - ha aggiunto - delle omissioni a svantaggio della nostra tesi o comunque della tesi di giustizia che il responsabile di questa vicenda sia Alberto Stasi".

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