Vigevano - Sono centocinquantanove quelle che ha scritto il gup di Vigevano Stefano Vitelli. Contengono, in modo dettagliato, le motivazione del verdetto di assoluzione nei confronti di Alberto Stasi, assolto dall’accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto 2007.
Manca movente Riguardo a "un possibile movente/occasione dell’omicidio da parte dell’attuale imputato, non emerge una congrua prova". "Il racconto complessivo di Stasi in merito alle ore trascorse la sera in compagnia della propria fidanzata nell’abitazione di Via Pascoli - si legge ancora nelle motivazioni - risulta da un lato, privo di evidenti contraddizioni e dall’altro, realisticamente articolato".
Niente litigio Il giudice nel sostenere che "non c’è congrua prova del movente" ha smontato l’ipotesi accusatoria di un litigio tra Chiara e Alberto, sorto la sera prima dell’omicidio, in seguito alla visione da parte di lei, sul pc del fidanzato, di immagini che in qualche modo l’avevano turbata. In relazione a ciò il gup ha premesso che dall’analisi del computer di Stasi non solo è emerso che "il ragazzo era un grande appassionato di contenuti pornografici e in specie di immagini pornografiche, di cui lo stesso infatti aveva una collezione (di diverso genere) sicuramente imponente", ma anche che Chiara era a conoscenza di questa passione.
Foto porno sul pc Riguardo alla "grande sorpresa" e al "profondo disgusto" che Chiara avrebbe provato nel vedere sul pc del proprio partner immagini a sfondo erotico che coinvolgevano dei bambini, il giudice ha voluto sottolineare che "quella sera sicuramente non poteva aver visto sul portatile in uso del proprio fidanzato né immagini di natura pedo-pornografica, né video di natura pedo-pornografica, nè video di natura pornografica".
Uccisa dopo le 9.12 "È più che ragionevole affermare che la morte della ragazza si collochi nell’asso temporale immediatamente successivo alla disattivazione dell’allarme perimetrale avvenuto alle 9.12". Dopo aver preso in considerazione tutta una serie di elementi per stabilire l’ora del decesso, il gup ha ribaltato la tesi sostenuta dai pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci che indicavano l’ora dell’omicidio dopo le 12.20. La vittima avrebbe quindi disattivato l’allarme per fare entrare in casa la persona che poi l’ha uccisa.
Devastanti gli interventi sul pc L’attività investigativa dei carabinieri sul computer di Stasi ha prodotto "effetti devastanti in rapporto all’integrità complessiva dei supporti informatici. Il collegio peritale - osserva il giudice - evidenziava che le condotte corrette di accesso da parte dei carabinieri hanno determinato la sottrazione di contenuto informativo con riferimento al pc di Alberto Stasi pari al 73,8% dei files visibili (oltre 156mila) con riscontrati accessi su oltre 39mila files".
Stasi soddisfatto "Sono contento perché mi hanno creduto". Lo ha detto Stasi a uno dei suoi legali quando oggi ha telefonato per spiegargli le motivazioni della sentenza. Alberto, come ha riferito l’avvocato Giuseppe Colli, si è detto "soddisfatto" anche perché "ho sempre detto la verità". Alberto ha fatto mandare via mail le 158 pagine di motivazioni.
Ora il giovane dopo aver passato più di due anni e mezzo tra interrogatori, studio delle carte e aule di giustizia (con la parentesi della laurea a pieni voti alla Bocconi di Milano), riprenderà la sua vita di sempre e comincerà a cercarsi seriamente un lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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