Gaza, marina israeliana blocca la Rachel Corrie: dirottata verso Ashdod

La nave irlandese Rachel Corrie, in navigazione verso Gaza, ignora le richieste della marina israeliana di cambiare rotta. Le forze israeliane salgono a bordo e costringono la nave a dirigersi al porto di Ashdod

Gaza, marina israeliana  
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dirottata verso Ashdod

Gaza - La Rachel Corrie è stata catturata dalla marina israeliana, che l’ha costretta a dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod. Le forze armate israeliane sono salite a bordo della nave irlandese Rachel Corrie. L’abbordaggio è avvenuto in modo pacifico, i soldati non hanno incontrato alcuna resistenza. Israele ha poi scortato la nave della Freedom Flotilla verso il porto israeliano di Ashdod, impedendole di raggiungere direttamente la Striscia di Gaza, dove gli attivisti volevano scaricare gli aiuti umanitari.

Netanyahu: "Questi i veri pacifisti" Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si è detto soddisfatto dell’arrembaggio alla Rachel Corrie avvenuto "senza vittime". La nave, con a bordo 15 pacifisti di nazionalità irlandese e malese, era diretta a Gaza per portare aiuti umanitari. "Abbiamo visto la differenza tra un’imbarcazione di pacifisti, con cui siamo in disaccordo ma di cui rispettiamo il diritto ad avere un’opinione differente, e una portatrice di odio, organizzata da estremisti turchi adepti del terrorismo", ha fatto sapere Netanyahu con un comunicato. "Nei due casi, ci siamo comportati allo stesso modo, per far rispettare il blocco marittimo che impedisce il contrabbando di armi e permette l’ingresso a Gaza, previa ispezione, della merce. Continueremo a riservarci il diritto di autodifenderci. Non permetteremo che a Gaza sia creato un porto iraniano". L’organizzazione irlandese pro-Palestina, i cui membri si trovano a bordo, ha invece denunciato il "dirottamento" della nave al largo di Gaza e il "rapimento" dei passeggeri.

I primi accordi con l'Irlanda Ieri sera il ministero degli Esteri irlandese e quello israeliano avevano delineato un’ipotesi di accordo affinché la nave potesse attraccare ad Ashdod con la garanzia israeliana dell’apertura di un corridoio via terra attraverso il quale lo stesso equipaggio avrebbe potuto poi consegnare il suo carico di aiuti a Gaza, previ i controlli di sicurezza. Ma gli attivisti filo-palestinesi a bordo hanno fatto sapere di non volervi aderire. "Noi - ha dichiarato nella notte per telefono dalla nave uno dei pacifisti, John Graham - non abbiamo intenzione di accettare alcuna intesa che ci voglia coinvolgere legittimando l’assedio (navale israeliano) contro la Striscia di Gaza". "Le nostre forze sono salite a bordo della nave e ne hanno preso il controllo senza alcuna resistenza da parte dell’equipaggio e dei passeggeri. Tutto si è svolto senza violenza", ha affermato il portavoce dell’esercito. L’abbordaggio si è svolto in acque internazionali, ha precisato. Secondo la versione dell’esercito israeliano la nave irlandese Rachel Corrie non ha risposto ai messaggi via radio di dirottare verso il porto israeliano di Ashdod e ha tentato di dirigersi verso la Striscia di Gaza, nonostante i ripetuti avvertimenti che il passaggio le sarebbe stato impedito. La nave Rachel Corrie, con a bordo 15 persone, di nazionalità irlandese e malese, e un carico di alcune tonnellate di aiuti umanitari per i palestinesi della Striscia di Gaza, faceva parte della stessa flottiglia internazionale che era stata attaccata lunedì scorso dalle forze armate israeliane.

Usa: "Blocco inostenibile" Gli Stati Uniti considerano "insostenibile" l’attuale situazione del blocco di Gaza, ma invitano gli attivisti a bordo della nave irlandese Rachel Corrie a fare rotta verso il porto israeliano di Ashdod, come richiesto dalle autorità dello stato ebraico. "Le attuali disposizioni sono insostenibili e vanno cambiate", ha dichiarato Mike Hammer, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, in dichiarazioni sul blocco di Gaza diffuse a Washington nella tarda serata di ieri. Tuttavia Washington esorta anche tutte le navi con a bordo aiuti umanitari a rispettare la richiesta israeliana di attracco nel porto di Ashdod. "Nell’interesse della sicurezza di tutte le persone coinvolte, e del sicuro trasferimento degli aiuti alla popolazione di Gaza, incoraggiamo fortemente le persone a bordo della Rachel Corrie e di altri navi a dirigersi verso Ashdod per consegnare il materiale a Gaza", ha dichiarato il portavoce. "Stiamo lavorando urgentemente con Israele, l’Autorità palestinese e altri partner internazionali per sviluppare nuove procedure per consgenare più beni e assistenza a Gaza, aumentare le opportunità per la gente di Gaza e prevenire l’importazione di armi", ha proseguito Hammer. "Al momento - ha affermato - ci rivolgiamo a tutte le parti perché si associno a noi nell’incoraggiare l’assunzione di decisioni responsabili da tutte le parti per evitare scontri non necessari e assicurare la sicurezza di tutte le persone coinvolte".

Il Papa: "Lavorare per la pace" Pace in Medio Oriente, riconciliazione e "«sostegno ai cristiani di quella tormentata regione, affinchè le sue antiche chiese possano vivere in pace e prosperità". È un forte appello quello lanciato da Papa Benedetto XVI nell’incontro con l’arcivescovo ortodosso di Cipro, Crisostomo II, all’arcivescovado di Nicosia. "Cipro è tradizionalmente considerata parte della Terra Santa - ha detto il Papa nel suo secondo giorno di visita a Cipro - e la situazione di continuo conflitto nel Medio Oriente dev’essere un motivo di riflessione per tutti i fedeli cristiani. Nessuno può rimanere indifferente alla necessità di offrire sostegno in ogni maniera possibile ai cristiani di quella tormentata regione - ha aggiunto Benedetto XVI - affinché le sue antiche Chiese possano vivere in pace e prosperità.

Le comunità cristiane di Cipro possano trovare un ambito molto fruttuoso per la cooperazione ecumenica, pregando e lavorando insieme per la pace, la riconciliazione e la stabilità nelle terre benedette dalla presenza terrena del Principe della Pace".

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