Baracche di legno senza minime garanzie di sicurezza costruite vicino a camper e roulotte. Mucchi di spazzatura e condizioni igieniche al limite. Uno spazio occupato abusivamente. Tutto questo non basta al Comune di Genova per prendere provvedimenti su quanto, da mesi, sta accadendo in un tratto della fascia di rispetto di Prà, occupato da un campo nomadi abusivo. Rom che si sono stazionati nella zona creando anche problemi di sicurezza e degrado nel quartiere del ponente genovese. Mesi passati senza che la giunta comunale abbia deciso nulla. Anzi. All'ennesima richiesta da parte della Lega Nord di avere un quadro chiaro sulle condizioni del campo la risposta dell'assessore con delega a Legalità e Diritti Elena Fiorini è stata la stessa manifestata pochi giorni dopo lo stazionamento dei nomadi: «Stiamo valutando come affrontare il problema tenendo conto anche della presenza di minori, disabili e donne in gravidanza, soggetti verso i quali abbiamo obblighi giuridici di tutela, oltreché morali, anche come comunità civile».
Una risposta che scatena una nuova reazione degli esponenti leghisti Edoardo Rixi, consigliere comunale, e Luca Piccardo, consigliere del municipio Ponente, che lamentano l'assenza di volontà della giunta di risolvere la questione: «Non solo noi, ma anche i tanti praesi che il 24 aprile scorso hanno firmato la petizione per lo sgombero del campo abusivo si chiedono: ma per noi italiani quale diritto internazionale e quale Comunità detterà obblighi per la nostra tutela? - dicono i consiglieri del Carroccio -.
Intanto ieri episodio di cronaca che ha avuto come protagoniste due giovani rom che, a Cogoleto, hanno tentato di forzare la porta di un appartamento ma sono state sorprese dai carabinieri.
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