Il prefetto: «È lo spirito giusto»

(...) Signore anziane, molti giovani, professionisti e dipendenti che pur di essere presenti - in un anonimo martedì pomeriggio - hanno preso ore di permesso e lasciato gli uffici per dare la loro testimonianza d'affetto a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Genova ha risposto. E lo ha fatto senza che nessuno mettesse il cappello sulla manifestazione: spariti simboli di partiti, nessuno a farsi la propria campagna per strappare applausi. Tutti, invece, a testimoniare il proprio affetto ai due militari italiani bloccati in India da 14 mesi.
Nel pomeriggio del Bristol intorno al tavolo dei relatori si sono radunati i promotori dell'iniziativa: Andrea Cambiaso, primo ad avere l'idea di una manifestazione genovese, Gianni Plinio, Matteo Rosso e Marco Melgrati ma anche Fausto Biloslavo, autore con Riccardo Pelliccetti del volume «I nostri marò» distribuito in questi giorni con il Giornale nel quale si ricostruisce con foto, documenti e testimonianze una vicenda diplomatica che ha dell'incredibile. Il primo a ricordarlo è proprio Cambiaso che spiega come «in questi giorni mi sono adoperato per raccogliere lettere e mail di incoraggiamento ai nostri militari che avrei voluto personalmente consegnare all'ambasciata italiana di Nuova Delhi - racconta il promotore -. Ma la stessa ambasciata mi ha vivamente sconsigliato di partire per l'India». Gianni Plinio si è emozionato guardando la sala del convegno piena, «una sala che condivide l'amore per il tricolore, una Genova che ha avuto e ha il coraggio di far sentire la propria voce». Dall'ex consigliere regionale una forte critica va al governo Monti ed un ricordo anche ad un italiano morto con spirito patriottico: «Hanno utilizzato metodi cialtroneschi per risolvere la controversia con l'India facendo perdere credibilità internazionale al Paese. Tra qualche giorno ricorrerà il nono anniversario della scomparsa di Fabrizio Quattrocchi, ricordiamo al sindaco Marco Doria di non dimenticarsene e dedicargli una via». Anche Matteo Rosso ha puntato il suo intervento sulla memoria, ricordando i tanti soldati italiani morti per difendere i nostri confini e mostrando alla platea l'immagine di una antica cappella militare costruita dagli alpini sul monte Cervino: «In tanti ci hanno difeso, La Torre e Girone sono due servitori della patria che non dobbiamo dimenticare». Critica politica, invece, da Marco Melgrati capogruppo Pdl in consiglio regionale che si dice dispiaciuto dell'assenza dei dirigenti del suo partito e dei parlamentari eletti in Liguria che dal giorno dell'elezione non hanno più visto la nostra terra: «In questa sede mi fa piacere ricordare Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, due giovani liguri detenuti nelle carceri indiane dopo un processo poco trasparente». La platea applaude gli interventi e fischia ogni volta che viene nominato qualche esponente del governo Monti che si è occupato della questione e gli ululati sono ancora più forti quando a risuonare è il nome di Giorgio Napolitano.
In sala, tra tante persone comuni, c'è anche la politica senza il cartellino. Roberto Cassinelli, Giorgio Bornacin, Gianni Barci, Sonia Viale, Roberto Bagnasco per il centrodestra, ma anche Nicolò Scialfa, Rosario Montelone e Angela Burlando che militano nel centrosinistra.

Un confronto terminato con la visita al Prefetto Giovanni Balsamo da parte di una delegazione del Comitato Unitario Pro Marò al quale sono state consegnate le cinquecento firme raccolte in strada che verranno trasmesse al Quirinale: «Lo stesso Prefetto si è complimentato per lo spirito dell'iniziativa - racconta Gianni Plinio -. Lo abbiamo anche omaggiato del libro firmato da Fausto Biloslavo».

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