“Delegittimata la magistratura”: l'attacco delle toghe al governo

Nuovo attacco frontale delle toghe al governo. Il presidente Anm Santalucia in tackle: "Da Palazzo Chigi un'accusa pesantissima che colpisce il cuore della magistratura"

“Delegittimata la magistratura”: l'attacco delle toghe al governo
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L’assalto nei confronti di Fratelli d’Italia è partito, le procure rosse sono scese in campo. Dopo i muscolari botta e risposta sulla riforma della giustizia targata Carlo Nordio, lo scontro tra toghe e governo si è riacceso nel corso delle ultime ore. Dai ministri ai sottosegretari, nessuno è al sicuro se fa parte della squadra del premier Meloni. E l’Associazione Nazionale Magistrati rilancia: “L’esecutivo delegittima la magistratura”.

Dalle fonti di Palazzo Chigi è arrivata"un' accusa pesantissima che colpisce al cuore la magistratura" e le note del dicastero della Giustizia si sono unite "alle voci di delegittimazione", il j’accuse firmato dal presidente Anm Giuseppe Santalucia parlando al Comitato direttivo.“Non è più l'Anm a essere accusata di interferenza, ma la magistratura nell'esercizio delle sue funzioni”, ha proseguito ricostruendo la vicenda: “Dopo l'indagine sulla ministra Santanchè e dopo la notizia che un gip ha esercitato una prerogativa del codice è stata una nota di Palazzo Chigi di non meglio precisate fonti governative che ha accusato una parte della magistratura di schierarsi faziosamente nello scontro politico”.

Santalucia ha sottolineato che si tratta di un affondo ancora più insidio perché lasciato a fonti anonime di Palazzo Chigi: “Avremmo gradito una smentita. E invece l'indomani due note di fonti ministeriali, con paternità dell' ufficio stampa del ministero della Giustizia sono intervenuti sugli stessi fatti”. Per Santalucia, il dicastero di Nordio dovrebbe fare il contrario di quanto avvenuto sul caso Santanchè: "non manifestare sconcerto" e unirsi "alle voci di delegittimazione, diffondendo nell'opinione pubblica l'idea che la magistratura stia andando oltre le funzioni che non sono proprie", ma "avendo poteri ispettivi, doveva attivarsi immediatamente, chiedendo all'ufficio giudiziario cosa è successo".

Il presidente Anm ha ribadito che la magistratura non ha alcuna intenzione di alimentare lo scontro con il governo, ma il silenzio sarebbe sbagliato dinanzi a una politica muscolare”: “Sarebbe un arretramento e noi non arretriamo quando si tratta di difendere i valori della Costituzione”. Santalucia ha poi tenuto a precisare che la magistratura ha tutta l’intenzione di discutere con il Guardasigilli Nordio del miglioramento della giustizia, ma le critiche non mancano: "Il sospetto è che la separazione delle carriere e le riforme costituzionali vengano sbandierate non perchè si crede che servano a un miglioramento dell'attuale sistema" ma come"una misura di punizione nei confronti della magistratura".

Santalucia ha dunque invocato un cambio di passo: “Non si può andare a una riforma costituzionale con questo passo, come risposta reattiva a un provvedimento fisiologico di un giudice che non piace perché colpisce qualcuno che è al governo".

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