"No a richieste che implichino la resa". Israele chiude ad Hamas e prepara l'operazione a Rafah

Netanyahu: "Da Hamas pretese inaccettabili". Ancora razzi dal Libano su Israele. Chiuso il valico di Kerem

"No a richieste che implichino la resa". Israele chiude ad Hamas e prepara l'operazione a Rafah
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Lo spiraglio di tregua in Medio Oriente sembra essersi di nuovo sigillato. In una dichiarazione riportata dal Times of Israel il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele è aperto ad un accordo, ma Hamas rimane arroccato sulle sue posizioni” rendendo di fatto la trattativa impossibile.

Hamas è inamovibile, ma non possiamo accettare richieste che implichino la resa”, ha affermato il primo ministro di Tel Aviv, spiegando che il punto di scontro principale è la pretesa dell’organizzazione terroristica del ritiro di tutte le forze delle Idf dalla Striscia di Gaza e la fine del conflitto. “Israele non può accettarlo. Non è per questo che abbiamo pagato prezzi insopportabilmente alti”, ha aggiunto Netanyahu, ribadendo la posizione già espressa nel corso degli ultimi mesi. “Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escano dai loro bunker, riprendano il controllo di Gaza, ricostruiscano le loro infrastrutture militari e tornino a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità circostanti, nelle città del sud, in tutte le parti del Paese. Israele continuerà a combattere fino a quanto tutti i suoi obiettivi non saranno raggiunti”.

Da parte sua l’organizzazione terroristica ha accusato Netanyahu di sabotare gli sforzi di pace. Il capo politico del movimento Ismail Haniyeh ha dichiarato che Hamas è ansioso di raggiungere un accordo che ponga fine “all’aggressione israeliana”, garantisca il ritiro delle truppe dalla Striscia e uno scambio di prigionieri, puntando il dito contro il premier israeliano colpevole a suo dire di “continuare l'aggressione e allargare il cerchio del conflitto, sabotando gli sforzi compiuti attraverso i mediatori e le varie parti”. Nel pomeriggio, la delegazione del movimento ha fatto sapere di aver consegnato la sua risposta ufficiale ai mediatori di Egitto e Qatar al termine del round di colloqui al Cairo e di essere partita alla volta di Doha.

Pare dunque che i negoziati siano destinati ad arenarsi e che lo Stato ebraico proseguirà con le operazioni offensive nell’exclave. Il titolare della Difesa Yoav Gallant ha affermato, durante la riunione settimanale del Consiglio dei ministri, che l’invasione di Rafah inizierà presto. Ha inoltre respinto le critiche dell’estrema destra di Itmar Ben-Giv, secondo cui la pianificazione starebbe richiedendo troppo tempo, e ha sottolineato come l’attacco dell’Iran sia stata una dimostrazione del fatto che Israele debba calcolare come utilizzare al meglio le proprie risorse.

Per quanto riguarda la situazione al fronte, l’esercito di Tel Aviv ha riferito di aver chiuso il valico di Kerem Shalom, il principale punto di passaggio degli aiuti umanitari per Gaza, dopo il lancio di razzi da parte dei terroristi. “Una decina di proiettili sono stati avvistati da un'area adiacente a Rafah verso la zona di Kerem Shalom.

Il valico è attualmente chiuso ai camion degli aiuti umanitari”, si legge nel comunicato delle Idf. Ennesima dimostrazione, questa, del fatto che Hamas e i suoi alleati siano i nemici principali non solo di Israele, ma anche del popolo palestinese.

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