"Si è schierata con i nostri nemici". La minaccia degli Houthi all'Italia

Un portavoce dei ribelli ha precisato che per il momento il nostro Paese non è un loro obiettivo diretto, ma la situazione potrebbe cambiare nel caso in cui i vascelli battenti il tricolore dovessero fermare altri attacchi

"Si è schierata con i nostri nemici". La minaccia degli Houthi all'Italia
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Per gli Houthi, il nostro Paese ha commesso l’imperdonabile errore di schierarsi con lo Stato ebraico e gli alleati anglo-americani. “L’abbattimento di nostri droni da parte della marina militare italiana costituisce una nuova conferma che l'Italia si è voluta schierare a fianco dei nostri nemici e a difesa di Israele”, ha dichiarato all’Ansa Abdennaser Mahamed, funzionario del dipartimento dei media della presidenza della Repubblica yemenita gestita dai ribelli. L’uomo ha tuttavia precisato che "l'Italia per il momento non è un nostro obiettivo diretto".

La probabilità che le nostre navi finiscano nel mirino dei miliziani filo-iraniani, però, non è da escludere. “Vedremo gli sviluppi e poi decideremo”, ha affermato nei giorni scorsi in un’intervista all’Adnkronos il vicecapo dell’Autorità per i media degli Houthi Nasr al-Din Amer, rispondendo ad una domanda sul fatto che il comando della missione europea Aspides comporti pericoli maggiori per i vascelli battenti il tricolore. Il “volto mediatico” dei ribelli ha inoltre definito “inaccettabile” l’abbattimento di un drone da parte del cacciatorpediniere Caio Duilio, avvenuto il 2 marzo. “Non abbiamo deciso di prendere di mira le navi dell'Italia, ma il fatto che abbia fermato la nostra operazione è inaccettabile”, ha sostenuto Amer, secondo cui “mettersi a protezione delle navi israeliane e americane” espone il nostro Paese a rischi e, in particolare, “minaccia la sicurezza delle sue navi in ​​futuro”. Una visione, questa, che sarà ulteriormente esacerbata dalla distruzione di altri due velivoli senza pilota, sempre ad opera della Duilio, nella mattinata del 12 marzo.

Se l'Italia fermasse di nuovo un nostro attacco significherebbe un suo maggiore coinvolgimento nella guerra contro di noi”, è stata la minaccia di Nasr al-Din Amer, ma le dichiarazioni di Abdennaser Mahamed lasciano intuire che non vi sia consenso unanime nella leadership degli Houthi sullo schierarsi apertamente contro altri attori attivi nel Mar Rosso, oltre a Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna. Di recente, i ribelli yemeniti hanno aumentato i loro attacchi contro le navi civili e militari. Il 6 marzo, un missile ha colpito il cargo greco True Confidence, provocando le prime due vittime da quando gli Houthi hanno deciso di schierarsi dalla parte di Hamas nel novembre scorso.

Per contrastarli, Washington ha dato il via all’operazione “Prosperity guardian” e bombardato postazioni dei terroristi a terra con l’ausilio dell’aviazione britannica. Da parte sua, l’Unione europea ha approvato l’inizio della missione di difesa Aspides, il cui comando tattico è stato affidato all’Italia.

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