"Intercettazioni. Dopo ddl Nordio non è cambiato proprio nulla"

Ad attaccare magistrati e giornalisti è l'illustre penalista Jacopo Pensa, legale del presidente della Regione Attilio Fontana che, bisogna ricordare, non è sottoposto ad alcuna indagine

"Intercettazioni. Dopo ddl Nordio non è cambiato proprio nulla"
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«Evidentemente sulle intercettazioni non è cambiato nulla, perché vengono riportate conversazioni che nulla hanno a che vedere con l'inchiesta e riportano dialoghi privati e considerazioni nei confronti di terze persone». Ad attaccare magistrati e giornalisti è l'illustre penalista Jacopo Pensa, legale del presidente della Regione Attilio Fontana che, bisogna ricordare, non è sottoposto ad alcuna indagine. Una dichiarazione che, spiega l'avvocato Pensa fa «riferimento a una conversazione tra Fontana e Pazzali che, secondo la nuova disciplina, non dovrebbe essere parte degli atti e non dovrebbe essere riportata». Nella fattispecie si tratta di un dialogo che riguarda la futura guida di Trenord, durante una telefonata dello scorso 25 luglio tra il presidente della Regione Fontana (che non è indagato appunto) e il presidente (auto sospeso) della Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali in cui si parla di «una richiesta d'incontro urgente» del ministro dei Trasporti Matteo Salvini al governatore leghista. È uno dei dettagli che emerge in un'informativa dei carabinieri agli atti dell'inchiesta milanese sul presunto dossieraggio illecito. In buona sostanza nell'intercettazione il presidente di Fondazione Fiera Milano dice al numero uno della Regione che se avesse nominato Beniamino Lo Presti «amministratore delegato di Trenord», sarebbe caduta la giunta. «Esatto» risponde Fontana «perché mi dimetto».

«Dialoghi privati che non hanno a che vedere l'indagine», ribadisce Pensa. «Occorre che Fontana riferisca e in fretta in commissione Trasporti e in aula consiliare», afferma il consigliere regionale del Pd Simone Negri, capogruppo in commissione Trasporti al Pirellone.

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