La narrazione volta a sminuire l’antisemitismo dilagante, spesso incline a supportare le manifestazioni e gli slogan pro Hamas, davanti ai numeri, subisce una battuta d’arresto importante. L’analisi condotta dall’associazione culturale indipendente e apolitica "Setteottobre" non lascia spazio a ulteriori equivoci. Gli atti di antisemitismo, stando ai numeri dello studio ripreso dal Corriere della Sera, non solo sono in aumento del 400% ma, come se non bastasse, il 94% degli ebrei italiani racconta di aver subito atti di antisemitismo nell’ultimo anno.
Due dati preoccupanti che si sommano a un numero ancora più pericoloso: nell’anno appena concluso, il 2024, i post a sfondo antisemita pubblicati in Italia sono stati 268.320. Il risultato ci dice che l’Italia, tra i Ventisette dell'Unione Europea, rimane uno dei Paesi a più alto tasso di antisemitismo. Basterebbero queste cifre per smontare in piccoli pezzi l’intera impalcatura montata ad hoc da una parte della sinistra più estrema. Ma la ricerca scava ancora più a fondo e va a ripercorrere le radici di questa nuova ondata di antisemitismo. A finire nel mirino dello studio è soprattutto il 7 ottobre 2023 che, stando all’analisi, avrebbe portato a una “pericolosa mistificazione della realtà all’indomani del sanguinoso attacco a Israele”.
Questo, ovviamente, si è tradotto “in una forma aggressiva di nuovo antisemitismo, fomentato e cavalcato da sigle e organizzazioni di sostegno alla Palestina sulle reti social, nelle piazze, nelle scuole e nelle università”. È proprio in queste ultime, sedi teoriche del pensiero e del dibattito democratico, che il sentimento di odio verso gli ebrei trova la sua casa. Nei materiali della “Setteottobre” si spiega come “il movimento ProPal in Italia non abbia nulla di spontaneo, palesandosi fin dalla sua nascita come piattaforma di propaganda pro Hamas, attraverso cui diffondere e normalizzare in Occidente gli obiettivi e gli slogan del terrorismo islamico di criminalizzazione e distruzione dello Stato di Israele”.
A preoccupare sono infatti i legami con le formazioni terroristiche tout court. La ricerca documenta, con dovizia di particolari, come queste “associazioni islamiche e palestinesi” riescano a coniugare “i vecchi temi dell’antisemitismo con un antioccidentalismo aggressivo puntando sulla demonizzazione degli ebrei come rappresentanti principali di una oppressione colonialista da spazzare via con l’intero Stato di Israele”. Ad alimentare questo odio ci pensano quattro narrazioni.
In primis la legittimazione dell’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre 2023. In secondo luogo, la tendenza a “normalizzare l’accusa di genocidio demonizzando la democrazia israeliana”. Nella terza si raffigura “Israele come oppressore con notizie false o distorte”. E infine, nella quarta narrazione, “si ricorre all’armamentario dell’antisemitismo classico che attribuisce ai sionisti oggi, come agli ebrei ieri, l’intenzione di controllare il potere e l’informazione, fino all’accusa infamante di fare commercio di organi dei cittadini palestinesi”.
Intanto la documentazione della ricerca è stata consegnata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al Coordinatore nazionale della lotta all’antisemitismo, generale Pasquale Angelosanto, e inviata anche alla presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, Giovanna Iannantuoni, e a tutti i singoli rettori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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