Lotta alla mafia, Zaki, Pnrr: due giorni difficili per gli anti-Meloni

Le accuse contro il governo di non volere essere presente alla fiaccolata di via D'Amelio, di non fare abbastanza nei rapporti con l'Egitto e di non riuscire a prendere i fondi dall'Europa sono state tutte messe a tacere: le ultime 48 ore sono state di puro rosicamento per la sinistra

Lotta alla mafia, Zaki, Pnrr: due giorni difficili per gli anti-Meloni
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Sono giornate durissimi per i "gufi" contro il governo Meloni. Nel giro di 48 ore scarse, infatti, i rappresentati politici di sinistra più rosiconi si sono visti ribaltate tutte le loro più infauste previsioni (o speranze) sui più svariati temi che l'esecutivo di centrodestra ha affrontato in questa seconda parte di settimana. Talvolta le accuse arrivate dai giallorossi sono state a dir poco ridicole ma - a conti fatti - l'"allineamento dei pianeti" che si è verificato a favore dell'alleanza che siede adesso a Palazzo Chigi è stato veramente qualcosa di incredibile.

Le sterili polemiche sulla partecipazione in via D'Amelio

Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle si erano indignati alla notizia che Giorgia Meloni non sarebbe stata presente alla fiaccolata per ricordare il trentunesimo anniversario della strage di via D'Amelio in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Il presidente del Consiglio ha smontato in maniera categorica tutte le balle della sinistra di una sua presunta "diserzione" all'evento per paura di essere contestata. Proprio subito dopo la commemorazione a Palermo e un breve incontro con il figlio del magistrato ucciso, il capo del governo ha dichiarato: "Io non sono mai scappata in tutta la mia vita. Io sono un persona che si permette sempre di camminare a testa alta".

Per poi aggiungere: "Chi fa queste polemiche non aiuta le istituzioni. Mi ha stupito quello che ho letto sui quotidiani: una polemica inventata sul fatto che avrei scelto di non partecipare alla manifestazione per paura di essere contestata. Chi mi può contestare? La mafia? La mafia può contestare un governo che ha fatto tutto quello che andava fatto sul contrasto alla criminalità organizzata". Dichiarazioni che non lasciano spazio ad alcuna replica: l'impegno contro la mafia è sempre stato massimo da parte del centrodestra. Tenendo anche conto che, nel corso del pomeriggio, è arrivata la sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta che ha confermato l'ergastolo per Matteo Messina Denaro, il boss mafioso catturato lo scorso 16 gennaio dopo trent'anni di latitanza e dopo nemmeno tre mesi dall'insediamento di questo governo, il cui primo provvedimento è stata la conferma del 41bis per i reati di mafia e terrorismo.

I successi del governo Meloni su Zaki e Pnrr

Sempre nella giornata di ieri, ci sono state almeno tre grandi notizie - che hanno tutte a che vedere, direttamente e indirettamente, con il tema giustizia - e che non sono proprio andate giù alle opposizioni. Quella che sicuramente ha messo più in imbarazzo il Partito Democratico è stata la scoperta del sindaco di Cecina, Samuele Lippi, mentre acquistava un quantitativo minimo di cocaina da uno spacciatore: un fatto che non comporta alcuna denuncia penale, ma comunque sufficiente per la comunicazione all'ufficio della prefettura dedicato ai consumatori di sostanze stupefacenti. Nelle stesse ore c'è stata poi l'autorizzazione di Sergio Mattarella alla presentazione alle Camere del ddl Nordio, senza alcuna comunicazione ulteriore in merito per il governo oltre alla firma. Il disegno di legge sulla giustizia, redatto dal governo nel solco dell'eredità di Silvio Berlusconi, aveva visto proteste vibranti soprattutto tra Pd e M5s, i cui parlamentari avevano più volte tirato per la giacchetta il Presidente della Repubblica affinché non firmasse il provvedimento: niente da fare.

Così come sono stati immediatamente zittiti coloro che irridevano il governo perché non si era adoperato a sufficienza verso l'Egitto per fare rientrare tempestivamente Patrick Zaki dopo la condanna a tre anni per diffusione di false notizie. E invece il Presidente al-Sisi ha concesso la grazia all'attivista un giorno dopo la sentenza del tribunale di Mansura. Una vicenda giudiziaria lunga tre anni e mezzo, iniziata sotto il governo Conte e proseguita con Draghi, è stata risolta grazie alle ottime relazioni istitituzionale e diplomatiche che si sono consolidate tra i due Paesi soprattutto negli ultimi nove mesi.

Infine, la ciliegina sulla torta è arrivata oggi con la fresca intesa tra Roma e Bruxelles sul pagamento della terza rata del Pnrr: il saldo complessivo di 35 miliardi di euro rimarrà identico. E pensare che c'era qualcuno che profettizava che saremmo rimasti senza soldi dall'Europa.

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