Anche sul caso Ramy va in scena la parte tragicomica della solita sinistra. In queste settimane diversi esponenti della galassia rossa - nelle sue varie declinazioni, dal mondo intellettuale a quello politico - hanno rovesciato il paradigma: piuttosto che indignarsi e condannare a chiare lettere il fatto di aver ignorato il posto di blocco e di aver sfrecciato tra le vie di Milano, c'è chi punta il dito contro i carabinieri e avanza il sospetto che non siano riusciti a trattenere la propria foga durante l'inseguimento. Insomma, i militari dovevano essere più prudenti per evitare di impattare contro il motorino.
La narrazione della sinistra non è mai andata giù a Giuseppe Cruciani, che ieri sera è stato interpellato ancora una volta sul tema e ha posto una domanda semplice: "Lei può dire tranquillamente che chi guidava quella moto è colpevole?". Un interrogativo dalla risposta scontata, che almeno avrebbe lasciato spazio al classico "sì, però...". E invece Simona Malpezzi, senatrice del Partito democratico, è riuscita nell'impresa di non pronunciare quel "sì" e di sproloquiare sulla questione avanzata dal conduttore radiofonico de La Zanzara.
Ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio su Rete 4, l'esponente del Pd ha provato a girarci attorno e non ha dato una risposta né chiara né diretta: "Siccome lei ha detto che c'è il diritto allo speronamento, io l'ho riportata al criterio della proporzionalità. Quello che dice lei non è la legge". Dunque, dopo il fattore della percezione in tema di insicurezza nelle strade d'Italia, ora la parola magica della sinistra è proporzionalità sul caso Ramy.
"C'è il diritto di fermare una moto guidata da personaggi sicuramente pericolosi, con tutti i mezzi possibili. Lei non fa il tecnico, non è un carabiniere", ha replicato a muso duro Cruciani. Non contenta, Malpezzi ha deciso di condire il suo intervento con una banalità disarmante: "Lasciamo lavorare la magistratura". Questo è ciò che una senatrice dem si limita a dire dopo non aver dato risposta sulla colpevolezza di chi guidava quella moto?
E infatti la sua uscita ha fatto sbottare Cruciani, secondo cui una frase generica di questo tipo può essere pronunciata da chiunque: "Ma se uno deve venire qua per dire 'lasciamo lavorare la magistratura', che ci è venuto a fare? Avrà un suo giudizio...".
Poi, sbracciando e alzando il tono della voce, ha invitato una persona del pubblico a raggiungere il palco degli ospiti: "Si metta al posto suo che è uguale tanto. È venuta qua a dirci che c'è la magistratura. Eh grazie, ma lo sappiamo...". Applausi scroscianti per Cruciani, mentre Malpezzi ha provato a tirare dritto sulla sua linea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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