Mario Monti alle strette. Senza una svolta al vertice europeo di fine giugno, le tensioni della maggioranza interna potrebbero costargli la poltrona di premier. Un rischio che il presidente del Consiglio sarebbe deciso a far presente al tavolo europeo nel tentativo di convincere Angela Merkel a fare di più per risolvere la crisi del debito sovrano e a dare input più decisi alla crescita. Il primo punto fermo della strategia italiana è quello della crescita. I temi sul tavolo sono noti: project bond, diverso uso dei fondi strutturali e del bilancio comunitario; potenziamento della Bei; diversa valutazione da parte di Bruxelles degli investimenti pubblici. Su questi punti Monti si attende «misure concrete» e date certe dal vertice dei Ventisette.
Anche sul fronte interno il Prof è in difficoltà. Lo dicono i dati economici. Era il 1998. Marco Pantani vinceva Giro e Tour, al governo c’era Romano Prodi, i telefonini servivano solo a parlare e stavamo proprio come oggi, anno domini 2012. L’Italia di Monti è come la protagonista di uno di quei film di fantascienza: è salita su una macchina del tempo, ha messo la retromarcia e si è risvegliata nel 1998. Lo dice la Confcommercio, secondo cui il nostro livello di consumi è pari a quello di 14 anni fa e il nostro Pil pro capite fermo al 1999. Ieri nel corso dell’assemblea annuale il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha detto questo e molto altro, rivolgendosi «allo strano governo e alla sua strana maggioranza ». Ad esempio che eventuali ulteriori aumenti dell’Iva «rischiano, tra il 2011 ed il 2014, di tradursi in minori consumi reali per circa 38 miliardi. Sarebbe la Caporetto delle famiglie, delle imprese, del lavoro ».Che«abbiamo raggiunto un livello di pressione fiscale che, per chi le tasse le paga, si attesta attorno al 55 per cento». Un livello che «zavorra drasticamente investimenti e consumi» e che potrebbe causare «lo schianto dell’Italia produttiva». Sono tanti gli indicatori che ci fanno tornare indietro. Il record spetta ai consumi alimentari, che secondo il Codacons sono tornati addirittura ai livelli del 1979. Quanto alla disoccupazione, a marzo l’Istat registra un tasso del 9,8% e addirittura del 35,9 tra i giovani (15-24 anni), dato che non si toccava dal ’92.
E il mattone? Si sbriciola. È di pochi giorni fa la notizia che nei primi tre mesi del 2012 la vendita di abitazioni è precipitata, segnando un -19,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. Un dato così negativo non era mai stato registrato dal 2004, quando sono cominciate le rilevazioni trimestrali. E anche uno dei nostri tradizionali punti di forza, il risparmio, sta evaporando. Per Confcommercio, nel 1990 riuscivamo a risparmiare il corrispondente di 4mila euro l’anno, mentre oggi a malapena arriviamo a 1700. Impresa che peraltro riesce solo al 38,7 per cento delle famiglie, mentre il 46,2 sta intaccando i risparmi. Brutti tempi pure per i vacanzieri.
Secondo Confesercenti-Swg solo il 66% degli italiani andrà in vacanza questa estate, e se vi sembrano tanti pensate che solo due anni fa, nel 2010, gli italiani con valigia erano 79 su cento. Ma il dato più inquietante è quello di una ricerca della Società italiana di medicina generale: il 59 per cento degli italiani si sottopone a visite mediche ed esami più raramente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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