"Espressioni giustificate se contro la mafia". Nordio archivia il caso delle frasi di Delmastro

Il Guardasigilli difende alla Camera il suo sottosegretario ritenendo "singolare" che si debbano spiegare le motivazioni per le quali motivi lo Stato "non lascia respiro alla criminalità organizzata"

"Espressioni giustificate se contro la mafia". Nordio archivia il caso delle frasi di Delmastro
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A dodici giorni di distanza dalle dichiarazioni pronunciate da Andrea Delmastro Delle Vedove durante la presentazione di un nuovo mezzo della polizia penitenziaria sul "non lasciare respirare" i detenuti condannati per mafia - che tante polemiche avevano scatenato, soprattutto tra le opposizioni - è direttamente il ministro della Giustizia a intervenire pubblicamente per commentare quella contestata frase del suo sottosegretario. Rispondendo a un'interrogazione di Roberto Giachetti (Italia Viva) durante l'ultimo question time alla Camera dei Deputati, Carlo Nordio "assolve" l'esponente del governo Meloni, motivando ampiamente la correttezza delle parole di Delmastro.

Innanzitutto il Guardasigilli ritiene "abbastanza singolare che si debbano spiegare le motivazioni per le quali motivi lo Stato non lascia respiro alla criminalità organizzata anche dotando la Penitenziaria dei mezzi che consentono la sicurezza nel trasporto". Tuttavia, Nordio vorrebbe ricordare "che quando si parla di un nemico mortale, nelle democrazie più avanzate sono state sempre adottate delle formule crude, crudeli". Ecco perché, quando si tratta di un "nemico mortale", come lo sono i mafiosi e gli appartenenti alla criminalità organizzata, "queste espressioni dure possono e, secondo me sono giustificate", sottolinea il ministro. Quanto al fatto che siamo in uno stato di diritto e continuiamo a osservare le regole della democrazia anche nei confronti dei terroristi o dei mafiosi, "lo abbiamo dimostrato da sempre - aggiunge Nordio - anche a iniziare dall'epoca in cui procedemmo contro le Br in una vittoriosa guerra giurisdizionale, portata avanti poi contro la mafia, nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali".

Lo scorso 15 novembre, in occasione della presentazione della nuova vettura della polizia penitenziaria per il trasporto dei detenuti in regime di 41 bis, il sottosegretario Delmastro, aveva testualmente dichiarato quanto segue nel proprio intervento: "L'idea di veder sfilare questo potente mezzo che dà il prestigio con il gruppo operativo mobile sopra, far sapere ai cittadini chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo e come non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato è per il sottoscritto un'intima gioia", aveva detto durante un discorso più ampio pronunciato nel piazzale antistante l'ingresso del Dap. Proprio per via di questo passaggio, era arrivata la richiesta di sue dimissioni avanzata da Matteo Renzi.

A riprova della bontà delle parole di Delmastro, Nordio cita due personaggi storici che, in passato, avevano espresso concetti non dissimili da quelli dell'esponente di Fratelli d'Italia: Winston Churchill, che sui nazisti disse "Non daremo tregua ai nemici, toglieremo loro il fiato. Alcuni possono essere curati, altri uccisi".

E poi Sandro Pertini, tanto caro alla sinistra e autore di un'altra frase forte contro nemici assoluti, come in nazifascisti, quando alla fine della seconda guerra mondiale intimò i lavoratori: "Ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire". Da qua l'archiviazione definitiva del caso Delmastro.

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